Toni Capuozzo: “È passata sotto silenzio l’intervista a uno dei capi dell’Azov. Per spiegare la resa dell’Azovstal, ha raccontato che nella fabbrica c’erano alti gradi americani, e con i russi è stato negoziato un permesso di esfiltrazione. Sarà la cosa più discussa, a Vilnius, sottovoce.”

Capuozzo: “Vertice NATO a Vilnius? La vera notizia è un altra…”

Toni Capuozzo, giornalista ed ex inviato di guerra, in questi mesi è stato spesso al centro delle polemiche mediatiche in quanto le sue osservazioni non sono state ritenute “confacenti” alla narrazione mainstream, guadagnandosi anche lui l’appellativo di “putiniano”. Ecco le sue ultime riflessioni mentre è in corso il vertice NATO di Vilnius.

Scrie Capuozzo: “L’annuncio storico non sarà l’ingresso di Kiev nella Nato, che automaticamente porterebbe in guerra tutti gli alleati, e per statuto dell’alleanza non è possibile. Ingresso rinviato a dopo, e anche dopo sarà qualcosa di simile alla partnership Nato-Israele, amici a distanza. La storia sarà evocata, probabilmente, per l’ ingresso di qualcun altro: la Svezia, figlia pentita del neutralismo socialdemocratico. E certo Putin non potrà non registrare che la sua operazione speciale ha prodotto una rinascita dell’ alleanza che dopo la fine ingloriosa dell’esperienza afghana era data per boccheggiante. Ma le cose non sono così semplici. Dietro il totale sostegno alla causa ucraina, crescono le perplessità, e più negli USA che in Europa.”

Continua il giornalista: “I risultati della controffensiva ucraina finora non sono stati brillanti, Kiev è un pozzo senza fondo di denari e armamenti, e Biden non può iniziare la corsa presidenziale con una guerra senza fine in agenda. Neanche gli europei sono così uniti: l’attuale segretario Stoltenberg resterà al suo posto ancora un anno perché non si è trovato un accordo sul sostituto. E due anime dell’alleanza sono abbastanza evidenti se si guarda, nelle questioni poste dal conflitto, all’atteggiamento dei paesi dell’est e a quello della vecchia Europa: stramazzare l’orso russo per gli uni, aiutare l’Ucraina a raggiungere una pace non disonorevole per gli altri.”

E ancora: “Tutti d’accordo invece a portare le spese militari di ciascun paese al 2% del Pil (l’Italia nel 2022 è rimasta all’ 1,51%). Giocatore solitario è il turco Erdogan, ingolosito dagli F16 americani, interlocutore di Mosca e capace però di far uno sgambetto a Putin permettendo il ritorno al fronte dei capi Azov.”

E in conclusione Capuozzo sottolinea una notizia poco rilanciata dai media: “è passata sotto silenzio l’intervista a uno di loro che, per spiegare la resa dell’Azovstal, ha raccontato che nella fabbrica c’erano alti gradi americani, e con i russi è stato negoziato un permesso di esfiltrazione, in cambio della bandiera bianca su una trincea che loro invece avrebbero difeso fino alla morte. Si può stare sicuri che sarà la cosa più discussa, a Vilnius, sottovoce

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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