FILE PHOTO: A Russian Yars intercontinental ballistic missile system drives in Red Square during a military parade on Victory Day, which marks the 78th anniversary of the victory over Nazi Germany in World War Two, in central Moscow, Russia May 9, 2023. Sputnik/Gavriil Grigorov/Pool via REUTERS

La Russia non fa altro che rispondere alla guerra ibrida condotta dagli Stati Uniti contro Mosca, e non ha nessuna intenzione di usare le armi nucleari, se non in risposta all’uso dello stesso tipo di ordigni. A confermarlo è stato persino il direttore della CIA.

Non passa giorno che la nostra stampa mainstream non pubblichi articoli in cui si cerca di terrorizzare il lettore paventando la presunta malvagità russa e l’intenzione del presidente Vladimir Putin di commettere i peggiori crimini immaginabili. E così, ogni volta che le autorità di Mosca mettono in guardia sui pericoli di un conflitto nucleare e sulle possibili conseguenze che questo avrebbe sull’intero pianeta, i nostri mass media traducono il tutto affermando che sarebbe la Russia a minacciare l’uso di armi nucleari.

A venire in soccorso della Russia, curiosamente, sono proprio i servizi segreti statunitensi, che naturalmente, pur sposando a pieno la causa imperialista di Washington, devono fornire informazioni veritiere per permettere al proprio governo di prendere le decisioni più appropriate per il raggiungimento dei propri fini. “Oggi non vediamo nessuna preparazione concreta per il potenziale uso di armi nucleari“, ha ha dichiarato il direttore della CIAWilliam Burns. Questi ha anche aggiunto che minacciare l’uso di armi nucleari sarebbe una cosa “spericolata e profondamente irresponsabile“, forse volendo dare un messaggio neanche troppo velato alla stessa amministrazione statunitense.

Nulla di nuovo per chi conosce la posizione russa sull’uso di armi nucleari, ma sicuramente significativo il fatto che la conferma di quanto abbiamo sempre affermato venga proprio dal direttore della CIA, che dunque smentisce la propaganda del suo stesso governo. Del resto, la dottrina militare russa risulta essere molto chiara circa l’uso degli ordigni nucleari, ai quali Mosca potrebbe fare ricorso solamente in caso di minaccia diretta per l’esistenza stessa della Federazione Russa. In pratica, la Russia userebbe armi nucleari solo in risposta ad un attacco nucleare da parte di un’altra potenza.

Tutto questo conferma anche come tutte le misure prese dalla Russia sin dall’inizio della crisi ucraina, nel 2014, non siano altro che risposte alle minacce e agli attacchi provenienti dall’esterno. Mosca non ha mai preso iniziative belliche se non per proteggere la propria sicurezza, e anche l’operazione militare speciale rientra in questo quadro. Eppure, l’Occidente collettivo a guida statunitense sembra non volerlo proprio capire, continuando a fare scelte che hanno come unica conseguenza l’escalation delle tensioni tra le due parti.

Anche le sanzioni economiche, che fanno parte della guerra ibrida condotta dagli Stati Uniti contro la Russia, rientrano in questo quadro. Secondo l’ambasciata russa a Washington, infatti, “le azioni distruttive della Casa Bianca confermano solo l’accuratezza del perseguimento della sovranità finanziaria e tecnologica da parte della Federazione Russa e l’aspirazione a rafforzare le nostre capacità di difesa“. “Data la guerra ibrida, scatenata dall’Occidente contro il nostro Paese, gli infiniti attacchi dell’amministrazione statunitense non sono sorprendenti“, si legge ancora nella dichiarazione ufficiale. La missione diplomatica precisa anche che “questo sottolinea che non c’è alternativa al processo accelerato di dedollarizzazione delle relazioni economiche internazionali“, un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nel mondo non occidentale, che oramai non ripone più la propria fiducia negli Stati Uniti.

Sulla scia di Washington, come d’abitudine, anche i Paesi europei si sono allineati alle sanzioni statunitensi, dando l’ennesima dimostrazione del proprio stato di vassallaggio nei confronti della potenza nordamericana. Il Consiglio dell’UE ha infatti emesso una proroga di sei mesi di tutte le sanzioni economiche contro la Russia fino alla fine di gennaio 2024. Le sanzioni “attualmente consistono in un ampio spettro di misure settoriali, comprese le restrizioni al commercio, alla finanza, alla tecnologia e ai beni a duplice uso, all’industria, ai trasporti e ai beni di lusso“, ha informato il Consiglio. “Riguardano anche: il divieto di importazione o trasferimento di petrolio greggio trasportato via mare e alcuni prodotti petroliferi dalla Russia all’UE, l’esclusione dal sistema SWIFT di diverse banche russe e la sospensione delle attività e delle licenze di trasmissione” di diversi mass media russi.

Lo stesso presidente Vladimir Putin ha recentemente definito errata la politica delle élite dominanti occidentali, che, a suo avviso, hanno abusato del loro monopolio del potere: “Secondo me, le cosiddette élite dominanti hanno usurpato e abusato della loro posizione e del loro monopolio del potere“, ha detto martedì il capo dello Stato durante una riunione del consiglio di osservazione senza scopo di lucro “Russia – un Paese di opportunità”.

In risposta alle sanzioni comminate da Stati Uniti e Unione Europea, anche la Russia ha esteso le sue contromisure, come sempre prese solamente in risposta alle azioni di Washington e Bruxelles. Il presidente Putin ha infatti prorogato fino alla fine del 2025 la durata effettiva del suo precedente decreto presidenziale che limitava le importazioni e le esportazioni di specifici prodotti e materie prime in risposta alle sanzioni occidentali. L’elenco delle limitazioni comprende apparecchiature di processo, di telecomunicazione e mediche importate in precedenza in Russia, nonché autoveicoli, macchine agricole e apparecchiature elettriche. Anche le esportazioni di alcuni tipi di legname, fertilizzanti, materie prime chimiche, raccolti di grano e altri articoli sono state limitate. Il nuovo documento è stato pubblicato sul sito ufficiale del governo russo per le informazioni legali. La versione precedente del decreto sull’uso di misure economiche speciali nel commercio estero è entrata in vigore il 31 dicembre 2023 ed è stata ora prorogata fino al 31 dicembre 2025.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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