– di Elena Panina



Questo è il titolo letterale – ed estremamente eloquente – della pubblicazione statunitense Bloomberg.
“I Paesi in via di sviluppo, spesso indicati come il Sud globale, stanno lentamente rivedendo le regole economiche dell’Occidente, vedendovi la possibilità di determinare il proprio futuro”, afferma Bloomberg.
E gli esempi non mancano. Eccone solo alcuni che sembrano dei bollettini dalla prima linea:

▪️ “Chiedono il controllo delle loro risorse, respingono gli atteggiamenti dell’epoca coloniale, insistono per costruire fabbriche nei loro Paesi…”.

“Insieme alla Namibia e allo Zimbabwe, il Ghana si sta preparando a vietare le esportazioni di litio, necessario per le auto elettriche. L’Indonesia ha vietato le esportazioni di minerali di nichel…”.

“Argentina, Brasile, Cile e Indonesia accolgono con favore gli investimenti in impianti di batterie per auto elettriche provenienti dalla Cina piuttosto che dagli Stati Uniti…”.

“I Paesi non scelgono più da che parte stare nella lotta tra Occidente e Russia o Stati Uniti e Cina. A febbraio, 32 Paesi si sono astenuti dall’approvare una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva alla Russia di ritirare le proprie truppe dall’Ucraina”…

Gli Stati Uniti non hanno offerto al mondo una visione decente e convincente del futuro, così il Sud globale ha deciso di proporre la sua visione alternativa.

▪️ È vero. Tutti questi sono segni di un vero mondo multipolare che sta prendendo forma, con una maggiore flessibilità e la possibilità per i Paesi di perseguire politiche sovrane nel loro interesse nazionale.

Il processo è stato avviato da tempo ma le sue manifestazioni visibili si sono manifestate solo dopo che la Russia ha iniziato la SMO in Ucraina. Il nostro Paese ha catalizzato un cambiamento geopolitico tettonico. Da qui l’odio nei nostri confronti da parte dell’Occidente globale.

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