Le elezioni primarie fanno temere la vittoria del candidato di estrema destra Javier Milei, mentre il centro-sinistra presenterà la candidatura dell’attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa.

Nella giornata di domenica 13 agosto si sono tenute in Argentina le elezioni primarie, che hanno determinato i nomi dei candidati alle prossime elezioni presidenziali, previste per il prossimo 22 ottobre, con il possibile (e probabile) ballottaggio che avrebbe luogo il 19 novembre. In pratica, le primarie argentine sono delle elezioni in cui gli elettori indicato il candidato preferito all’interno di una determinata coalizione, ma danno anche forti indicazioni in vista della giornata elettorale vera e propria. Si tratta inoltre di primarie aperte, per le quali non è necessario essere iscritti o affiliati ad un partito per poter votare.

La stampa internazionale ha parlato delle primarie argentine soprattutto per sottolineare la vittoria del candidato Javier Milei all’interno della coalizione di destra La Libertad Avanza (LLA). Milei, economista di formazione, è in effetti considerato come un ultraconservatore, una sorta di “Trump argentino”, fortemente critico nei confronti del kirchnerismo del presidente in carica, Alberto Fernández, ma anche del neoliberismo dell’ex presidente Mauricio Macri. Milei ha inoltre ottenuto il 32,57% dei voti complessivi, proponendosi come il favorito per le presidenziali di ottobre, il che rappresenterebbe una nuova battuta d’arresto per la sinistra argentina dopo il mandato di Macri.

La coalizione Juntos por el Cambio (JxC), fondata proprio da Macri, ha ottenuto invece il 27,57% delle preferenze, con l’ex ministro della Sicurezza Patricia Bullrich che ha ottenuto il primo posto all’interno del raggruppamento, aggiudicandosi dunque il ruolo di candidata presidente. Delusione, al contrario, per l’Unión por la Patria (UxP), erede del Frente de Todos sotto l’egida del quale era stato eletto Fernández, che ha chiuso solamente al terzo posto con il 25,48%. Inoltre, il candidato presidente sarà l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa, che si attesta su posizioni centriste.

Vale la pena di segnalare anche che tra i cinque candidati alla presidenza sarà presente pure Myriam Bregman, in rappresentanza del Frente de Izquierda y de los Trabajadores – Unidad (FIT-U), di ispirazione trockista, mentre il quadro degli aspiranti presidenti è completato da Juan Schiaretti, della lista di centro-destra Hacemos por Nuestro País (HNP).

Il primato ottenuto da Javier Milei e il contemporaneo risultato negativo dei partiti che sostengono l’attuale governo ha provocato il giustificato allarmismo da parte del presidente Alberto Fernández, che nel suo messaggio ha affermato che “ora inizia la vera campagna a favore della democrazia e dei diritti del popolo“. Il capo di Stato si è congratulato con gli argentini per aver esercitato il diritto di voto, e ha affermato il proprio sostegno per la candidatura del suo ministro Sergio Massa in coppia con il candidato vicepresidente Agustín Rossi, nonché del governatore di Buenos Aires Axel Kicillof, che andrà alla ricerca della conferma.

Lo stesso Massa ha palesato la propria preoccupazione per il futuro politico dell’Argentina alla luce del risultato ottenuto da Milei, affermando che da queste elezioni si apre “un nuovo scenario nella politica argentina“, con tre liste che possono lottare per conquisare il primato. “Stanno iniziando settimane importanti. Si sta iniziando a discutere su quale paese costruiremo nei prossimi anni“, ha affermato il candidato presidenziale. “[Dobbiamo decidere] se andare verso un Paese con un’apertura indiscriminata delle importazioni, o verso la difesa dell’industria nazionale, noi continueremo a difendere l’industria argentina, la sovranità energetica e la nostra capacità di sviluppo“.

I risultati in Argentina segnano una tendenza verso l’estrema destra. Inizia una nuova campagna per ottobre, dove le forze dello stile “Trump-Bolsonaro” determinano il tono e il palcoscenico”, ha commentato Patricia Villegas Marin, giornalista di Telesur. In effetti, l’ascesa dell’estrema destra in Argentina rappresenterebbe un evento poco auspicabile non solo per il Paese, ma per le sorti dell’intero continente sudamericano, proprio mentre l’Argentina si appresta a celebrare i 40 anni dalla fine della dittatura militare.

Oltre all’elezione del presidente e del vicepresidente, il prossimo 22 ottobre gli argentini eleggeranno anche 130 deputati a livello nazionale sui 257 che siedono nella camera bassa del parlamento di Buenos Aires e 19 membri del parlamento del Mercosur. Vale inoltre la pena di ricordare che in Argentina si può esercitare il proprio diritto di voto a partire dal compimento del sedicesimo anno di età.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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