• Fabrizio Verde

Il ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela Yvan Gil, durante il suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, ha lanciato l’allarme circa l’intenzione del Comando Sud degli Stati Uniti di creare una base militare nel territorio rivendicato dal Venezuela dell’Essequibo, al fine di consolidare “l’esproprio delle nostre risorse energetiche”.

A tal proposito ha evidenziato che il governo degli Stati Uniti “è intervenuto ancora una volta in una disputa territoriale che dura da più di 200 anni sul nostro territorio della Guayana Esequiba”.

Quindi, ha affermato che attraverso la compagnia ExxonMobil, “il governo degli Stati Uniti d’America vuole appropriarsi delle nostre risorse petrolifere”.

Ha sottolineato che la ExxonMobil ha messo a libro paga il governo della Guyana, che sta concedendo concessioni petrolifere in un mare territoriale non delimitato, “in totale violazione del diritto internazionale”.

Rifondare l’ONU

Gil ha sottolineato che “l’ONU non è stata in grado di adempiere al suo scopo fondante e ora ci troviamo di fronte a sfide molto più serie”, come l’unilateralismo dei Paesi con “logiche coloniali”. Allo stesso modo, il ministro degli Esteri bolivariano ha indicato che è necessario raggiungere un multilateralismo inclusivo, la democratizzazione delle relazioni internazionali e “un vero sistema pluripolare”.

Per questo sostiene che l’organizzazione dovrebbe essere “rifondata” in modo che tutti i suoi membri abbiano voce e partecipino al processo decisionale in condizioni di parità. Ha inoltre sottolineato che è necessario fare progressi nella riforma del Consiglio di Sicurezza, “per correggere gli squilibri storici e fare spazio a una maggiore rappresentanza della nostra madre Africa”.

Il rappresentante venezuelano ha affermato che la “rifondazione dell’ONU” implica il pagamento del “debito storico” con la decolonizzazione, al fine di raggiungere un “futuro giusto”. Ha inoltre sottolineato il sostegno del suo Paese all’Argentina nella disputa sulle Isole Malvinas, “così come agli eroici popoli della Palestina, di Porto Rico e del Sahara Occidentale, che sosteniamo fermamente nella rivendicazione dei loro diritti”.

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Misure coercitive unilaterali

Il ministro degli Esteri venezuelano ha anche denunciato le misure coercitive unilaterali che violano il diritto internazionale e ha ribadito il sostegno del Venezuela ai diversi Paesi nella loro giusta rivendicazione del diritto inalienabile all’autodeterminazione e alla realizzazione delle loro legittime aspirazioni nazionali.

“Non è possibile disporre unilateralmente di un territorio conteso, ma il governo della Repubblica Cooperativa di Guyana persiste nella sua condotta illegale”, ha chiarito il ministro degli Esteri all’organismo multilaterale.

Riguardo le criminali sanzioni imposte ai vari paesi recalcitranti da Stati Uniti e vassalli occidentali, lo scorso 21 di settembre il Venezuela in occasione di un evento collaterale di alto livello, ha presentato la “Mappa geopolitica delle sanzioni”, denunciando l’impatto negativo di queste misure punitive su 30 Paesi. 

In questo incontro, Gil ha affermato che “il danno causato dalle misure coercitive in molti casi è irreparabile”.

Secondo quanto riferisce il ministro degli Esteri venezuelano, al Paese sudamericano sono state imposte 930 sanzioni, che hanno causato “enormi danni all’economia” oltre a colpire fortemente i diritti fondamentali del popolo venezuelano che ha visto inevitabilmente degradarsi le proprie condizioni di vita.

Attualmente il Venezuela ha 22 milioni di dollari bloccati all’estero e l’industria petrolifera ha registrato perdite per oltre 232 miliardi di dollari dal 2015.

Il Venezuela sostiene la conferenza per la pace in Ucraina e Palestina

Il ministro ha sottolineato che il Venezuela sostiene la proposta del presidente colombiano Gustavo Petro di convocare una conferenza mondiale per la pace in Ucraina e Palestina.

Yvan Gil ha chiesto un approccio equilibrato e cauto, per ridurre le tensioni e promuovere misure di costruzione della fiducia, non solo nella regione dell’Europa orientale, ma anche nella penisola coreana e nell’Asia occidentale, che a suo avviso creerebbe un ambiente favorevole al successo degli sforzi diplomatici per la pace.

Il Ministro degli Esteri ha ribadito che il Venezuela è impegnato nella Dichiarazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, sottolineando che il suo Paese sta partecipando attivamente al processo di riconciliazione nella Repubblica di Colombia, con la convinzione che il raggiungimento della “Pace Totale” nella nazione vicina porterà al consolidamento della pace regionale.

L’eroica resistenza del Venezuela e l’impegno per un mondo multipolare

Nel discorso incisivo del Ministro degli Esteri venezuelano, Yvan Gil, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, emergono chiaramente due elementi chiave che definiscono il ruolo attuale del Venezuela nell’arena internazionale: la sua eroica resistenza alle sanzioni statunitensi e il suo impegno per un mondo multipolare più giusto.

L’allarme lanciato riguardo all’intenzione del Comando Sud degli Stati Uniti di stabilire una base militare nell’area rivendicata dal Venezuela nell’Essequibo evidenzia la determinazione di Caracas a difendere le sue risorse energetiche e la sovranità territoriale. Questa resistenza coraggiosa contro le pressioni esterne è diventata una bandiera per il Venezuela, che non intende piegarsi alle logiche coloniali e alle violazioni del diritto internazionale.

Il Venezuela si erge anche come un sostenitore convinto della necessaria riforma dell’ONU e dell’istituzione di un vero sistema multipolare, dove ogni nazione ha voce e diritto di partecipazione. Questo impegno per una governance internazionale più inclusiva e democratica dimostra come il Venezuela aspiri a costruire un mondo dove il potere non sia concentrato in poche mani, ma distribuito equamente tra le nazioni.

Le sanzioni imposte al Venezuela hanno inflitto gravi danni all’economia e ai diritti fondamentali del popolo venezuelano, ma la resistenza del paese sudamericano è un segno della sua determinazione a non soccombere. La denuncia delle misure coercitive unilaterali e il sostegno ai paesi che lottano per l’autodeterminazione sono un richiamo all’importanza della solidarietà internazionale.

Inoltre, il Venezuela si posiziona come un mediatore e promotore di pace, sostenendo conferenze per la pace in regioni critiche come l’Ucraina e la Palestina. Questo impegno per la diplomazia e la costruzione della fiducia contribuisce alla stabilità globale e all’auspicato raggiungimento di una “Pace Totale” nella regione.

In conclusione, il Venezuela si erge come un faro di resistenza, giustizia e diplomazia nella tumultuosa scena geopolitica contemporanea. La sua eroica resistenza alle sanzioni, l’impegno per un mondo multipolare e l’attivismo per la pace dimostrano il suo ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più equo per l’America Latina e il mondo intero. Caracas continua a essere un punto di riferimento e un esempio di determinazione in un mondo in rapida evoluzione.

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-venezuela_allonu_difesa_della_sovranit_e_impegno_per_un_mondo_multipolare/5694_50960/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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