Paolo Desogus

Se da una parte i sondaggi danno stabilità ai partiti della maggioranza di governo, dall’altra Giorgia Meloni non sa che pesci prendere. Non ha un progetto politico, la crescita langue, l’inflazione galoppa e i salari stagnano.

Governo Meloni, il fiato è corto

Politicamente la maggioranza non esiste più. Anche il caso Giambruno, lungi dal costituire solo un volgare e triste siparietto familiare, riguarda il conflitto interno alla destra, che ha questa volta come responsabili del fuoco amico non la Lega o un Vannacci, ma la famiglia Berlusconi, dunque l’ala moderata della maggioranza, elettoralmente modesta, ma potentissima sul piano finanziario e mediatico.

Inutile stare a perdere tempo sulle dichiarazioni di Piersilvio, secondo cui non sarebbe stato messo al corrente del servizio di Striscia la notizia. Non è assolutamente credibile che delle immagini in grado di danneggiare la presidente del Consiglio possano essere andate in onda senza una valutazione nei piani alti di Mediaset.

Quel servizio è una bomba lanciata contro Giorgia Meloni e contro la sua leadership a corto di idee e di programmi. E questo non solo per ragioni politiche, ma anche per un motivo biecamente aziendale: Mediaset funziona con la pubblicità e la pubblicità porta risorse se l’economia tira, altrimenti non c’è trippa per i Berlusconi.

L’attuale maggioranza non sa che pesci prendere. Non ha un progetto politico a breve termine. Tutti i programmi di riforma sono saltati. La crescita langue, l’inflazione galoppa, i salari stagnano e Giorgia Meloni non sa che scegliere, anche perché deve fare i conti con le istanze corporative dei singoli partiti.

Al governo manca un disegno d’insieme del paese. È così schierato con i ceti privilegiati e con Confindustria che non riesce ad elaborare una qualche forma di politica indirizzata ai ceti popolari. A questo poi si aggiungono i condizionamenti del doppio vincolo, europeo e americano.

Il primo è forse quello meno pressante per via dello stato confusionale dell’UE; quello americano è diventato pervasivo e non lascia grandi margini di manovra in politica estera.

Un ultimo dato riguarda poi la compagine della maggioranza. Le persone che la compongono sono come appaiono. L’esposizione della loro tamarragine non è una strategia comunicativa per stimolare la pancia dell’elettorato, no.

Il grezzume primitivo e l’insulsaggine di questa destra corrispondono al suo reale infimo livello culturale e politico. Giorgia Meloni può senz’altro avere più talento della media, ma il resto è un deserto trash di idiozia, di scorie da Italietta provinciale e involuta di piccoli giambruni volgari.

* Per gentile concessione di Paolo Desogus*

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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