Il Consiglio di Stato francese ha annullato ieri la dissoluzione voluta dal ministro degli Interni del Soulevement de la Terre, il movimento ecologista che negli ultimi due anni ha portato avanti numerose lotte contro le grandi opere e la devastazione ambientale in Francia. Il movimento era stato sciolto dal Consiglio dei ministri il 21 giugno, con il governo che aveva denunciato «l’uso della violenza» da parte dei suoi membri. Secondo il Consiglio di Stato, «Soulèvements de la Terre non può essere ritenuta responsabile di alcun incitamento alla violenza contro le persone», insistendo sul fatto che trasmettere immagini di manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, in particolare contro la costruzione di bacini idrici a Sainte-Soline (Deux-Sèvres) «non costituisce una rivendicazione, una valorizzazione o una giustificazione di tali atti». Durante quella manifestazione, il cui obbiettivo era entrare nel cantiere di un enorme bacino idrico per impedirne la costruzione, la repressione della polizia francese aveva provocato oltre 200 feriti tra i manifestanti, diverse dei quali in modo grave e due finiti in coma.

«Un provvedimento di scioglimento è una grave violazione della libertà di associazione, principio fondamentale riconosciuto dalle leggi della Repubblica – ha dichiarato l’Alta Corte amministrativa – può quindi essere attuato solo per prevenire gravi disturbi all’ordine pubblico». Il tribunale amministrativo ha stabilito che Les Soulèvements de la Terre «hanno effettivamente compiuto atti di provocazione e violenza contro la proprietà». Tuttavia, secondo i giudici, lo scioglimento del gruppo non costituiva «una misura adeguata, necessaria e proporzionata alla gravità dei disordini che potevano essere causati all’ordine pubblico».

Questa decisione rappresenta una «grave battuta d’arresto per il Ministero dell’Interno», ha commentato Les Soulèvements de la Terre in un comunicato stampa. Il Consiglio di Stato «conferma, a nostro avviso, l’idea che di fronte alla devastazione operata dagli attori privati, dall’agricoltura intensiva e dall’accaparramento dell’acqua, i nostri metodi d’azione possono e devono essere considerati legittimi», ha commentato l’organizzazione, rallegrandosi di una decisione che «fa sperare nella continuazione della necessaria lotta che dobbiamo condurre di fronte alla distruzione in corso». «Se fossimo stati sciolti, si sarebbe creato un precedente che avrebbe permesso di criminalizzare o addirittura sciogliere qualsiasi movimento che pratichi la disobbedienza civile», ha commentato uno dei portavoce del movimento, Léna Lazare, in una conferenza stampa tenutasi davanti al Consiglio di Stato. Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, aveva avviato la procedura di scioglimento di Soulèvements de la Terre il 28 marzo, pochi giorni dopo gli scontri tra gendarmi e oppositori dei bacini idrici di Sainte-Soline, per i quali l’esecutivo aveva incolpato il movimento.

Nonostante questa parziale vittoria in Tribunale, il Consiglio di Stato ha confermato lo scioglimento di altri tre gruppi:  il Coordination contre le racisme et l’islamophobie (CRI), sciolto il 20 ottobre 2021, l’Alvarium, gruppo di ultradestra con sede ad Angers, sciolto il 17 novembre 2021, e il GALE (Groupe antifasciste Lyon et environs), sciolto il 30 marzo 2022.  Non sono ancora state pubblicate le motivazioni che permettano di comprendere quali siano le ragioni che hanno portato allo scioglimento d’imperio di questi gruppi.

[di Monica Cillerai]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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