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Il Washington Post conferma quello che ormai è diventato il segreto di Pulcinella: cita fonti informate per le quali il colonello Chervinsky delle forze speciali di Kiev fu il responsabile del sabotaggio del Nord Stream.

Washington Post: “Fu l’Ucraina a sabotare il Nord Stream”

Prima era stata l’inchiesta di Der Spiegel e della tv pubblica ZDF sull’attentato al gasdotto Nord Stream che, attraverso il Mar Baltico, trasportava gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale fino alla Germania, a puntare il dito sull’Ucraina.

Ora anche il Washington Post lancia la sua bomba che ormai sta diventando il segreto di pulcinella. Secondo il giornale americano, che cita funzionari americani ed europei informati sul dossier del sabotaggio, la responsabilità operativa è di un ufficiale militare ucraino. Si tratta di Roman Chervinsky.

Quarantotto anni e colonnello pluridecorato delle forze per le operazioni speciali di Kiev, fu lui a coordinare l’operazione, gestendo la logistica e il supporto a un gruppo di circa sei persone che, dopo aver affittato una barca a vela e utilizzato attrezzature per sub, ha disposto l’esplosivo sotto al gasdotto. Chervinsky, però, non agì né pianificò tutto da solo. A fargli da guida, a dargli ordini, ci sarebbero sotto altri funzionari ucraini sotto l’egida del capo delle forze armate, il generale Valery Zaluzhny.

Manca – nella versione americana e pure in quella dei media tedeschi, il riferimento al grande “supervisore”: in Ucraina nulla si muove senza il consenso di Washington e il primo a puntare il dito contro l’amministrazione USA per il sabotaggio era stato Seymour Hersh, attirandosi gli sberleffi dei nostri media, granitici nell’appoggiare la versione propagandistica che indicava la Russia come responsabile, nonostante non avesse alcuna logica.

E poi c’è la considerazione finale che tocca direttamente la Germania. E ribadiamo una cosa già scritta in precedenza: continuamente sottolineiamo quanto l’Italia sia politicamente uno zerbino di Washington senza alcun autonomia. Pensate invece a Berlino che, con una evidenza ormai difficile da nascondere, ha subìto un attacco terroristico a una sua infrastruttura strategica  da parte dell’Ucraina ma non può dire nulla e anzi continua a dargli supporto militare “per tutto il tempo necessario“, su ordini degli USA.

La Germania non sa letteralmente cosa fare e dunque non farà nulla: né ritirare il sostegno militare a Kiev né invocare l’articolo 5 della NATO, cosa che potrebbe fare, perché un paese estraneo all’Alleanza ha distrutto una infrastruttura energetica di importanza critica per l’economia tedesca.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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