Nella mattina di oggi numerosi agenti della Digos hanno notificato a decine di attivisti No TAV gli atti in merito al sequestro preliminare dei presidi di San Didero e dei Mulini insieme ad alcuni dei terreni adiacenti, che stanno venendo disboscati e spianati. Ad entrambe i presidi sono stati applicati i sigilli e le aree circondate da reti arancioni da cantiere. Secondo gli attivisti, le operazioni sono finalizzate ad inglobare i presidi all’interno del cantiere, oltre a prevenire ogni iniziativa di resistenza in vista dell’8 dicembre, data in cui ogni anno si svolge lo storico corteo No TAV.

“Secondo il solito disegno della procura di Torino i presidi sarebbero considerati delle basi operative per l’attuazione di reati e comportamenti delittuosi ai danni dei cantieri di Telt – scrivono gli attivisti in una nota – Già nel pieno dell’estate, a inizio agosto, ricordiamo che i presidi vennero perquisiti da cima a fondo, evidentemente nell’ottica di andare in questa direzione. Per fare questa operazione il pubblico ministero fa un elenco di episodi che dovrebbero confermare l’ipotesi di reato e dunque argomentare la necessità di disporre il sequestro dei presidi”. Gli episodi citati, spiega il Movimento, sarebbero la giornata organizzata ad aprile per ricordare lo sgombero di San Didero del 2022, insieme alle iniziative che hanno avuto luogo nell’ambito dei Weekend dei Mulini e le giornate di campeggio Alta Felicità di quest’estate. “L’obiettivo che attanaglia le menti di questi figuri è la solita: fare la guerra a chi difende la terra e l’ambiente. Si tratta di un attacco nei confronti del movimento tutto, alla possibilità di ritrovarsi e condividere i momenti della lotta e della socialità collettiva, colpendo i luoghi simbolo del movimento No Tav. Serate danzanti e balli occitani, presentazioni di libri e proiezioni di film e docufilm su svariati temi, momenti di preghiera e riflessione, lavori collettivi, concerti, castagnate e vin brulè, apericene, pranzi e cene condivise, cacerolazo e battiture rumorose alle reti, assemblee informative e riunioni… questo e molto altro sono i presidi No Tav di San Didero e dei Mulini” scrive il Movimento.

I presidi dei Mulini e di San Didero sono infatti il cuore pulsante del movimento giovanile contro la realizzazione dell’Alta Velocità in Val di Susa e sono stati ripetutamente presi di mira nel corso degli ultimi mesi. Lo scorso anno i presidi erano stati infatti ripetutamente dati alle fiamme da ignoti, e la stessa sorte è toccata poche settimane fa al presidio di Vaie. Nel luglio di quest’anno si era cercato di impedire il regolare svolgersi del festival Alta Felicità per via di irregolarità nella concessione della licenza e dell’uso dell’arena pubblica senza la preventiva verifica dell’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte degli organizzatori. A questo si accompagna l’incessante tentativo di criminalizzazione dei militanti del Movimento, tra perquisizioni e misure cautelari di vario genere. Secondo i militanti, inoltre, il sequestro preventivo dei presidi è finalizzato a bloccare eventuali iniziative di resistenza che potrebbero avere luogo in occasione dell’8 dicembre, data nella quale ogni anno si celebra una grande marcia No TAV.

“Ovviamente non possiamo accettare che vengano chiusi i nostri luoghi di incontro” comunica il Movimento, che ha organizzato per oggi un doppio appuntamento: alle 17 al presidio dei Mulini e alle 20 nel piazzale di San Didero, “per dare insieme una prima risposta collettiva, perché il movimento no tav non si può estirpare ma cresce e si diffonde ogni giorno di più”.

[di Valeria Casolaro]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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