Secondo un’analisi svolta dal sito Politico, basata su statistiche diramate da 19 Paesi europei, almeno 215 milioni di dosi di vaccini contro il Covid-19 acquistate dai Paesi Ue durante la fase pandemica sarebbero state cestinate. Il tutto per un costo stimato per i contribuenti di circa 4 miliardi di euro. I dati mostrano infatti che gli Stati membri avrebbero scartato una media di 0,7 vaccini per ogni componente della loro popolazione. Si tratterebbe, peraltro, di una stima al ribasso, dal momento che non tutti i Paesi Ue hanno presentato dati aggiornati sugli sviluppi delle campagne di vaccinazione. Ad essere al primo posto nella speciale classifica è l’Estonia, che avrebbe mandato al macero oltre una dose per ogni abitante, seguita dalla Germania e dalla Slovenia. Quinta l’Italia, che ha distrutto 0,8 vaccini per ogni abitante. Ragionando in termini assoluti, si attesta invece che l’Italia è al secondo posto per dosi di vaccino buttate via (49 milioni), preceduta solo dalla Germania (83 milioni).
All’interno della sua inchiesta, Politico spiega che, da quando i primi vaccini anti-Covid sono stati approvati alla fine del 2020, i paesi dell’Unione Europea hanno ricevuto collettivamente 1,5 miliardi di dosi (più di tre per ogni persona che abita il continente) e che, molti di essi, “ora giacciono nelle discariche di tutto il continente”. Nello specifico, Politico ha utilizzato dati provenienti da 19 paesi europei: 15 che hanno direttamente fornito i dati, 4 la cui situazione è stata studiata attraverso le statistiche riportate dai media locali. Alcuni governi – come la Francia – si sono mostrati infatti “riluttanti a rilevare l’entità dei rifiuti”, spiega Politico. Una serie di dati su cui è stato costruito lo studio risalgono al mese corrente, mentre i più vecchi sono riferiti a dicembre 2022. Se i risultati a cui l’indagine è pervenuta sulla base delle statistiche disponibili hanno mostrato che che i paesi dell’UE hanno scartato una media di 0,7 vaccinazioni per ogni membro della loro popolazione, ove questo tasso medio venisse proiettato nel resto dell’Ue, equivarrebbe a più di 312 milioni di vaccini andati distrutti. Peraltro, anche il computo dei dati riferiti ai Paesi che hanno fornito a Politico le statistiche viene considerato al ribasso. Basti pensare che, ad esempio, la Germania, ha fornito a giugno i dati sui vaccini cestinati: all’epoca aveva circa 120 milioni di vaccini in deposito e, come spiegano i redattori dell’inchiesta, “da allora i produttori di vaccini hanno anche introdotto versioni più recenti adattate alle ultime varianti del coronavirus, rendendo i vaccini più vecchi obsoleti e con maggiori probabilità di essere scartati”. Nella ricerca viene stimato in oltre 4 miliardi di euro il valore dei 215 milioni vaccini sprecati in base ai prezzi dei vaccini riportati dai media. Una cifra che, ancora una volta, costituirebbe certamente un minimo, “ma anche 4 miliardi di euro sono una somma considerevole, pari a un grande progetto infrastrutturale o alla spesa sanitaria annuale della Croazia”, si evidenzia l’inchiesta.
Per quanto riguarda l’Italia, da tempo i dati raccontano che la politica sull’acquisto dei vaccini anti-Covid è stata fallimentare. Nei magazzini del nostro Paese, infatti, già a fine novembre erano scadute oltre 46 milioni e mezzo di dosi – per la maggior parte Pfizer/Biontech –, cioè il 20% circa di quelle acquistate in totale, che ammontano a 241,5 milioni. Si tratta di un esborso di circa 700-800 milioni di euro, dal momento che, in media, esse sono state pagate 20 euro ciascuna. Nel frattempo, da qui alla fine del 2026 arriveranno in Italia quasi 40 milioni di nuove dosi, quasi tutte marcate Pfizer/Biontech e con pochi milioni di dosi Novavax. Un numero che sarebbe molto più elevato se l’Unione Europea non avesse stoppato l’acquisto di centinaia di migliaia di dosi, garantendo comunque l’acquisto a metà prezzo in cambio dell’impegno da parte delle aziende produttrici di inviare prodotti aggiornati.
[di Stefano Baudino]