La crisi ucraina, con folli sanzioni, ha solo accelerato la disgregazione di una Europa già in ristagno da anni. Le ultime scellerate scelte lasciano solo la deriva di un neoliberismo estremo.

L’Europa, la destra neoliberista e le tendenze in corso

Il 2023 ha confermato il trend del 2022, forse marcandolo di più.
L’India ha superato demograficamente la Cina, la quale ha conservato un ritmo di crescita sostenuto (al netto di un rallentamento, male interpretato dai media occidentali).

Goldman Sachs prevede per il 2028 l’India sarà la terza economia (soppiantando Germania e Giappone), dietro USA e Cina.

In qualche modo, i vincitori della II Guerra Mondiale confermano la loro vittoria e più in generale si rafforza la tendenza emersa dopo il I conflitto mondiale di ristagno del continente europeo.

Non pesa solo la demografia, ma anche la cattiva gestione economica dell’UE (volente e nolente rappresentante grossa parte del continente). La crisi ucraina (con folli sanzioni al seguito) è solo una piccola parte del fenomeno. Il progetto europeo era al ristagno già da anni, le ultime scellerate scelte (e il ribaltamento delle posizioni francesi in Africa subsahariana) non sono che la conferma di fatti già in essere

Così l’Europa sembra essere il progetto più di destra neoliberista nel mondo; perché nello stesso periodo abbiamo visto risorgere interesse (embrionale) attorno alla politica socialdemocratica negli USA e soprattutto un forte movimento sindacale.

La situazione si complica (ulteriormente) in Medio Oriente e Med:

– L’anno era iniziato con tensioni tra Marocco e Algeria. Algeri era preoccupata dai raggiunti Accordi Abramo tra Marocco e Israele, si era alzata a garante degli interessi saharawi, trovando sponda nell’altra grande repubblica anti-imperialista del mondo islamico: l’Iran. La cosa aveva confermato lo spostarsi degli interessi USA verso alleati di cerniera: Turchia, Marocco, Polonia, baltici, Finlandia e Svezia sembrano più importanti di Italia, Francia e Germania. Lo scandalo Pegasus, software israeliano con cui il Marocco spiava anche l’UE, ha lasciato pochi dubbi.

– L’Arabia Saudita, fresca di accordo con l’Iran mediato dalla Cina, ha giocato sul petrolio con la Russia. Si è ulteriormente avvicinata alla Cina (principale importatore di petrolio; mentre gli USA ormai producono petrolio e gas al punto di esportarlo).

L’India ha provato a lanciare una bozza di piano globale, tra missioni lunari, G20 e via del cotone in cui il paese si è presentato col nome originale: Bharat.

Qui si torna al Medio Oriente e alla questione palestinese. Forse solo tra decenni sapremo la verità sul recente attacco, per ora non ci rimane che osservare nella nebbia.

Gli ultimi colpi dell’anno lì hanno portati l’Argentina (ribaltando forse l’avvicinamento ai BRICS con Milei) e le tensioni tra Venezuela e Guyana (una roba di politica interna, visto che nessun grande alleato venezuelano può arrivare fin lì).

Sullo sfondo si vede il 2024, l’entrata nei BRICS di 6 nuovi membri (Argentina?, Egitto, Etiopia, Arabia Saudita, Iran e Emirati Arabi Uniti) e la missione USA nel Mar Rosso contro i poveri yemeniti.

In Italia siamo molto preoccupati dello scambio di auguri tra Mattarella e La Russa, quando si dice: essere al passo coi tempi.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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