Il nuovo governo del Bhutan dovrà affrontare il problema della disoccupazione giovanile e la dipendenza economica dal turismo, oltre a cercare un maggiore equilibrio nelle relazioni con le due potenze limitrofe di Cina e India.

Il pittoresco regno himalayano del Bhutan ha tenuto le elezioni per il rinnovamento dell’Assemblea Nazionale in due turni svoltisi il 30 novembre 2023 e il 9 gennaio 2024, in un contesto di serie sfide economiche che mettono in discussione la sua longeva politica di prioritizzare la “Felicità Nazionale Lorda” rispetto alla crescita economica. I principali partiti che si sono sfidati alle urne, il Partito Democratico Popolare e il Partito Tendrel del Bhutan, sono infatti impegnati in una filosofia governativa costituzionalmente sancita che misura il successo del governo in base alla “felicità e al benessere del popolo“.

Le elezioni in Bhutan sono poi tra le più difficili da organizzare tra tutti i Paesi del mondo, avendo la piccola monarchia un territorio senza pianute e fatto di contue salite e discese tra i monti dell’Himalaya. Per questo, alcuni elettori che vivono nelle aree più remote del Paese sono costretti a camminare per giorni per recarsi alle urne, e partecipare ad un evento che il Re Drago Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, sovrano del Bhutan, ha concesso ai propri sudditi solamente a partire dal 2008, quando il Paese ha virato verso la monarchia parlamentare dopo essere stato a lungo una monarchia assoluta.

Molte preoccupazioni riguardano le difficoltà che affronta la generazione più giovane del regno, con disoccupazione cronica e una fuga di cervelli all’estero. Il tasso di disoccupazione giovanile del Bhutan è del 29%, secondo i dati forniti dalla Banca Mondiale, mentre la crescita economica ha registrato una media dell’1,7% negli ultimi cinque anni. A causa della crisi occupazionale, i giovani bhutanesi hanno lasciato il Paese in numeri record alla ricerca di migliori opportunità finanziarie ed educative all’estero, con l’Australia come destinazione principale. Secondo i dati ufficiali, circa 15.000 bhutanesi hanno ottenuto il visto per lavorare in Australia tra il luglio del 2022 e il luglio del 2023, rappresentando quasi il 2% della popolazione del regno.

Se questa tendenza continua, potremmo trovarci di fronte a un’ situazione di villaggi vuoti e una nazione deserta“, ha dichiarato in campagna elettorale Pema Chewang, leader del Partito Tendrel del Bhutan, secondo il quale il Paese sta perdendo “la crema della nazione“. Anche il suo avversario, il leader del Partito Democratico Popolare Tshering Tobgay, ha lanciato l’allarme sulle “sfide economiche senza precedenti e sulla fuga di massa” dal Bhutan.

Il Bhutan ha a lungo basato la propria economia sul settore turistico, che forniva al Paese importanti entrate in valuta estera. Tuttavia, questo settore deve ancora riprendersi dalle interruzioni della pandemia di coronavirus. L’anno scorso, il governo ha ridotto la sostanziale tassa giornaliera pagata dai visitatori stranieri per garantire la sostenibilità del settore e prevenire danni ecologici. Nonostante queste misure, il numero di turisti stranieri nel 2023 è stato solo un terzo dei 316.000 turisti di quattro anni prima.

Il governo uscente, capeggiato da Lotay Tshering del Partito del Bhutan Unito, ha intrapreso diversi progetti per diversificare l’economia, tra cui una zona economica speciale al confine indiano e piani con un’azienda con sede a Singapore per raccogliere fondi per uno schema di mining di criptovalute. Tuttavia, queste misure non sono risultate sufficienti, e per questo i due principali partiti in corsa per le elezioni di quest’anno hanno promesso un’enorme accelerazione degli investimenti nell’energia idroelettrica, la sua principale fonte di energia, calcolando che la capacità idroelettrica installata al momento rappresenterebbe solo il 10% del potenziale.

Visti gli scarsi risultati ottenuti dal governo di Lotay Tshering, il Partito del Bhutan Unito non ha ottenuto un risultato soddisfacente alle elezioni, fermandosi al 13,13% delle preferenze e non riuscendo ad eleggere neppure un deputato, essendo stato eliminato dalla corsa dopo il primo turno di novembre. Al contrario, la vittoria è andata al Partito Democratico Popolare di Tshering Tobgay, che ha ottenuto il 42,54% dei consensi, eleggendo trenta deputati sui 47 scranni a disposizione. I restanti diciassette seggi sono invece andati al Partito Tendrel del Bhutan, con il 19,58% dei voti. In base a questi risultati, Tshering Tobgay prenderà le redini del nuovo governo nel ruolo di primo ministro, incarico che del resto aveva già occupato tra il 2013 ed il 2018.

La situazione politica del Bhutan, piccolo Paese di appena 800.000 abitanti, è seguita con particolare attenzione dai suoi imponenti vicini, la Cina e l’India, tra i quali il territorio bhutanese si trova incastonato. Nello scorso mese di ottobre, un accordo di cooperazione è stato firmato tra Bhutan e Cina al fine di giungere ad una soluzione condivisa su alcune dispute territoriali di confine. Nuova Delhi, dal canto suo, ha a lungo considerato il Bhutan come uno stato cuscinetto fermamente sotto il suo controllo, e ne ha gestito efficacemente la politica estera del paese fino al 2007. Tuttavia, con l’introduzione delle elezioni nel 2008, la politica estera del Bhutan è diventata soggetta agli esiti elettorali, ed ora la monarchia ha assunto una posizione più equilibrata nei rapporti con Cina e India, anche se Nuova Delhi continua ad avere un ruolo preponderante, mentre ufficialmente non ci sono relazioni diplomatiche tra Pechino e Timphu.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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