L’Italia continuerà a inviare aiuti militari all’Ucraina per tutto il 2024. In seguito alle comunicazioni tenute di fronte all’Aula dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, ieri sera la Camera dei Deputati ha infatti dato il via libera alla risoluzione di maggioranza che, tra le altre cose, impegna il governo Meloni a “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito Nato e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina”, anche mediante “la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”. Lo stesso era avvenuto a dicembre 2022, quando il Parlamento diede l’ok al proseguimento degli aiuti per tutto il 2023. Su richiesta del Movimento 5 Stelle, la risoluzione è stata votata dai parlamentari per parti separati. Il dispositivo ha ottenuto l’ok con un’ampia maggioranza: 195 i voti a favore, 50 i voti contrari, 55 gli astenuti. Alla prova del voto, la maggioranza si è presentata compatta, mentre il Pd, principale partito di opposizione, si è spaccato.

In Aula, in occasione delle comunicazioni del ministro della Difesa, sono state presentate in tutto cinque risoluzioni: quella di maggioranza, del Pd, del M5s, di Azione-Iv e Più Europa e di Avs. Se nel perimetro delle forze che sostengono il governo le crepe, almeno per ora, sono state ridimensionate, con la Lega di Matteo Salvini che, nonostante lo scetticismo sul proseguimento degli invii di armi a Kiev, si è adeguata alla linea Meloni-Crosetto, il voto ha testimoniato un’importante lacerazione all’interno del Partito Democratico. I dem, infatti, in perfetto equilibrismo, hanno deciso di astenersi su tutte le risoluzioni degli altri partiti, dal testo della maggioranza sulla continuazione degli invii di mezzi militari a quella dei pentastellati per il cessate il fuoco. Tre deputati di grande peso – l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, l’ex ministra della PA Marianna Madia e l’ex responsabile Esteri del Pd (quando a guidare il partito era Enrico Letta) Lia Quartapelle – hanno però deciso di votare sì alla risoluzione della maggioranza. Guerini, che ha anche votato no al testo M5S che prevedeva l’impegno a diminuire le spese sulla difesa, ha giustificato lo smarcamento dalla linea piddina dell’astensione affermando di essere stato «coerente con quanto fatto da ministro», avendo in quella veste «firmato cinque decreti» che prevedevano aiuti a Kiev.

Ferme le parole espresse in Aula da Guido Crosetto. «Il nostro sostegno all’Ucraina resta forte e totalmente inalterato – ha detto il ministro della Difesa -. La strada da percorrere al fianco dell’Ucraina è ancora lunga e sono consapevole della complessità della situazione e delle difficoltà che si pongono, ma sarebbe un errore strategico e politico drammatico fare ora un passo indietro. Il nostro sostegno all’Ucraina e alle sue Forze Armate, dunque, deve continuare finché non cesseranno gli attacchi russi». Il ministro ha spiegato che l’Italia pensa di inviare a Kiev sistemi d’arma «già in nostro possesso», confermando che anche la prossima tranche di aiuti, l’ottava, è costituita «da sistemi d’arma volti a rafforzare solo le capacità difensive» dell’Ucraina. Crosetto ha aggiunto però che in futuro «non possiamo escludere la necessità di svolgere un più efficace ruolo nazionale all’interno delle coalizioni» in cui il nostro Paese è inserito, «analizzando, ove ci sia la volontà politica, degli strumenti normativi ad hoc». «In tal caso», ha concluso Crosetto, «verranno adottati gli adempimenti volti a far rientrare le attività poste in essere in un adeguato perimetro autorizzativo». Secondo gli ultimi dati diramati dal Kiel Institute, l’Italia è al 13° posto tra i Paesi che hanno impegnato i maggiori fondi per sostenere militarmente Kiev: 700 milioni di euro.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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