di Laura Ruggeri
TAIWAN – L’amministrazione Biden ha annunciato che invierà una delegazione non ufficiale a Taiwan dopo le elezioni di sabato, una mossa finalizzata a irritare Pechino. Le autorità cinesi hanno ripetutamente avvertito Washington di non immischiarsi negli affari interni della Cina, rispettare il principio di un’unica Cina e non interferire nel processo elettorale. È come se gli Stati Uniti stessero deliberatamente alimentando le tensioni per provocare Pechino.
Secondo gli ultimi sondaggi, è probabile che non emerga un chiaro vincitore. Il DPP, partito di governo e filoamericano, e il partito nazionalista KMT (Kuomintang), che persegue relazioni più costruttive con Pechino, sono molto vicini nei sondaggi, mentre il Partito del Popolo (TPP), che attrae gli elettori più giovani e quelli insoddisfatti dei due partiti principali, è leggermente indietro.
La probabilità di brogli, principalmente a danno del TPP e del KMT, è estremamente alta. È improbabile che Pechino interferisca nelle elezioni perché ciò fornirebbe un pretesto agli Stati Uniti, ma se il KMT dovesse vincere, il DPP e gli Stati Uniti potrebbero preparare una provocazione e accusare Pechino di ingerenza nelle elezioni. In ogni caso, il margine di vittoria sarà molto ridotto, il che porterà a un governo debole e a una crisi costituzionale che potrebbe aumentare la probabilità di proteste di massa. La società taiwanese è estremamente polarizzata e gli agenti statunitensi sono noti per la loro capacità di esacerbare le divisioni e orchestrare il caos.
Resta da vedere se gli Stati Uniti rischieranno un’escalation delle tensioni nell’Asia-Pacifico, mentre la situazione in Medio Oriente è esplosiva e l’Ucraina richiede ancora la loro attenzione e il loro coinvolgimento attivo, nonostante i tentativi di scaricare i costi di questo conflitto sulle spalle dell’UE.
Non va comunque dimenticato che gli USA da anni traggono benefici dalla guerra permanente. Quando non riescono a imporre la loro egemonia, preferiscono di gran lunga il caos.