Enrico Zerbo

I russi, senza i marchi occidentali per le sanzioni, non sono tornati al medioevo come sostenevano i grandi strateghi alla Mario Draghi, che non azzeccano una previsione dalla fine del baratto, ma si sono semplicemente rivolti alla Cina (e non solo) che ha raddoppiato letteralmente le esportazioni.

La Cina ha colonizzato il mercato automobilistico in Russia

Vi ricordate quando ci raccontavano che le sanzioni alla Russia avrebbero messo in ginocchio Putin? Quando facevano l’elenco dei marchi occidentali che abbandonavano il mercato russo privando i poveri russi della bellezza italica e della tecnologia tedesca, come se fossero prossimi a precipitare in una lunga era di stenti e privazioni? Ve lo ricordate?

Ce lo ripetevano un giorno si e l’altro pure i politici, che mediamente non hanno la minima idea di cosa stanno parlando, e pure economisti che non azzeccano una previsioni dalla fine del baratto.

È andata proprio così? Non proprio. Prendiamo ad esempio il mercato automobilistico che è la fotografia perfetta di cosa è accaduto in Russia a due anni dal conflitto con l’Ucraina. E delle conseguenze per la povera Europa.

Citiamo il Sole24ore, il megafono dell’imprenditoria italica, non certo un manipolo di bolscevichi in perenne lotta contro il capitalismo. Sono usciti i dati delle consegne di auto in Cina nel 2023, la bellezza di 30,16 milioni contro i 27,02 milioni del 2022.

Le esportazioni sono aumentate del 58% superando il Giappone. E tra queste auto troviamo molti veicoli elettrici e si registra la colonizzazione, senza se e senza ma, di tutto il mercato russo. Perché i russi, senza la Mercedes, non si sono messi ad andare a cavallo.

E non è finita qui perché le auto cinesi stanno anche penetrando nel mercato europeo. Grazie ad un rapporto qualità prezzo che sta diventa un problema per i marchi nostrani.

Ma torniamo alla Russia. Prima che qualcuno scoprisse che Putin è un sanguinoso dittatore, pronto ad invadere anche Lisbona (cit. Severgnini), il mercato automobilistico russo parlava europeo. Mosca era piena di Volkswagen e Mercedes, con tanto di stabilimenti, e di altri marchi europei. Era diventato il primo mercato europeo.

Dopo l’invasione dell’Ucraina il mercato automobilistico è andato subito in sofferenza a causa delle sanzioni e all’esodo, volontario perché non li ha cacciati nessuno, delle compagnie occidentali. E cosa è successo? Come vi ho scritto prima non hanno cominciato ad andare a cavallo o su qualche improbabile quadrupede ma hanno semplicemente aperto il mercato alla Cina. Che sanno fare auto e le fanno pure bene.

Il risultato è che in due anni il 50% delle auto circolanti sono cinesi. Avete letto bene, una su due, e la richiesta è cresciuta di cinque volte. Fino a due anni fa i brand cinesi controllavano il 9% del mercato, ora il 53%.

Sono sparite le BMW e ci sono le Chery, le Great Wall oppure le Geely. Ovviamente la crescita esponenziale non potrà tenere sempre questi ritmi, altrimenti i russi dovrebbero cambiare auto ogni sei mesi, ma resta il fatto che il mercato è in mano alla Cina ed a livello di impianti stanno occupando gli stabilimenti produttivi lasciati dagli europei. Assemblano in Russia componenti cinesi.

Del resto i russi, se vogliono produrre veicoli, non hanno molte alternative se non ci stanno gli occidentali ci staranno i cinesi. Che non se lo fanno dire due volte e stringono alleanze con il nuovo amico russo. Sono riusciti ad avvicinare due mondi che sostanzialmente si guardavano con diffidenza, Russia e Cina sono due imperi e due imperi, nella loro visione, non possono essere veramente amici, con una scellerata politica economica che non ha alcun senso.

Come si poteva pensare che la Russia sarebbe andata gambe all’aria a causa delle sanzioni occidentali? Lo puoi pensare solo se non ti sei reso conto che non sei più al centro del mondo e che sostanzialmente delle tue scelte politiche ed economiche non frega niente a nessuno. Che ad un indiano, ad un brasiliano, dell’invasione dell’Ucraina, come le cronache di questi due anni hanno dimostrato, interessa molto relativamente.

In realtà interesserebbe poco anche a noi europei ma solo agli Stati Uniti che hanno ingaggiato una guerra per procura con la Russia, devastando economicamente il Vecchio Continente. Negli USA all’invasione delle auto cinesi hanno messo un freno con l’Inflation Reduction act e con aiuti di Stato che non si sono mai visti. In Europa no

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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