Oggi i ministri degli Esteri dell’Unione Europea lanciano ufficialmente la missione navale per fronteggiare gli attacchi lanciati dagli Houthi alle navi commerciali nel Mar Rosso. Il quartier generale dell’operazione, denominata Aspides, sarà in Grecia e la sua guida sarà affidata a una fregata italiana. Nello specifico, si prevede che l’azione durerà un anno, con possibilità di proroga previo semaforo verde del Consiglio UE. Le navi pronte, per ora, sono tre: il raggio d’azione di Aspides andrà dal Mar Rosso al Golfo di Aden, fino all’area Ovest dell’Oceano indiano, in una operazione definita come puramente difensiva e che, in nessun modo, condurrà attacchi contro lo Yemen.
Il Consiglio dell’UE ha varato oggi la missione EUNAVFOR ASPIDES con l’obiettivo di salvaguardare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo. Questa operazione, che è stata definita “difensiva” e di “deterrenza” per la sicurezza marittima, garantirà una presenza navale dell’UE nell’area in cui, dall’ottobre 2023, numerosi attacchi Houthi hanno preso di mira le navi commerciali, paralizzando il traffico marittimo in rotta attraverso il Canale di Suez. Sul sito del Consiglio si legge che l’operazione si svolge in stretta collaborazione con partner internazionali che condividono gli stessi principi (leggi missione Prosperity Guardian, a guida USA), contribuendo a salvaguardare la sicurezza marittima e a garantire la libertà di navigazione. «Nell’ambito del suo mandato difensivo, l’operazione fornirà consapevolezza della situazione marittima, accompagnerà le navi e le proteggerà da possibili attacchi multi-dominio in mare», si legge sul sito del Consiglio UE. In altre parole, sembra che le navi militari impegnate nella missione debbano fare da scorta a quelle commerciali. O meglio, dovranno fare da scudo. Infatti, il nome dell’operazione, Aspides, deriva dal greco e significa proprio “scudo”.
L’operazione, attiva per un anno, si concentrerà lungo le principali vie di comunicazione marittime della regione, quali lo stretto di Baab al-Mandab e lo stretto di Hormuz, nonché le acque internazionali del Mar Rosso, del Golfo di Aden, del Mar Arabico, del Golfo di Oman e del Golfo Persico. Il Comandante dell’Operazione sarà il Commodoro Vasilios Griparis, mentre il Comandante della Forza sarà il Contrammiraglio Stefano Costantino. Il quartier generale dell’operazione avrà sede a Larissa, in Grecia. L’operazione ASPIDES si coordinerà strettamente con l’EUNAVFOR ATALANTA per contribuire alla sicurezza marittima nell’Oceano Indiano occidentale e nel Mar Rosso.
Sette Paesi europei forniranno la manodopera e le tre navi richieste dal Servizio europeo per l’azione esterna, così da avere l’impatto ritenuto necessario. L’Alto rappresentante per gli affari esteri, Josep Borrell, ha però affermato che «metteremo in mare navi e mezzi proporzionati alla minaccia che affrontiamo», lasciando la porta aperta a possibili incrementi della forza militare. Il punto che rimane fermo è che ASPIDES «non condurrà alcuna operazione di terra» sul suolo yemenita, come ha detto Borrell.
Resta però difficile capire come ASPIDES, che dice di operare in stretta collaborazione con partner già presenti sul posto (ovvero i Paesi coinvolti nell’alleanza ad hoc, come gli USa con Prosperity Guardian) possa portare un elemento di sicurezza nell’area, visto che i partner bombardano lo Yemen. Il rischio è che, per scortare qualche nave commerciale – iniziativa che non risolve il problema della drastica diminuzione dei flussi – le navi militari possano diventare bersagli. Cosa accadrà se e quando una nave militare della missione europea verrà attaccata? La missione rimarrà difensiva oppure muterà i propri obiettivi, iniziando ad attaccare?
Tra questi interrogativi, il numero esiguo di navi e le capacità militari non indifferenti degli Houthi, la missione europea rischia di essere un totale fallimento che non solo non raggiungerà gli obiettivi preposti, ma rischierà di aggravare ulteriormente la situazione.
[di Michele Manfrin]