– di Malek Dudakov

I falchi dell’Europa orientale nei Paesi baltici e nella Repubblica Ceca chiedono maggiori forniture militari a Kiev. Ma loro stessi non hanno né soldi né armi. Le richieste sono quindi rivolte alla Germania e alla Francia, che sono impantanate nelle lotte per la guerra.
La Repubblica Ceca avrebbe trovato mezzo milione di proiettili sul mercato estero e chiede soldi per comprarli. La Francia vuole acquistare solo prodotti dell’UE e si rifiuta di firmare contratti con la Turchia. La Germania e la Polonia sono paralizzate dalle proteste e dalle turbolenze economiche.
I leader di Canada, Belgio e Italia, oltre a Ursula, sono nuovamente andati in Ucraina. Per i due anni del conflitto, anche Boris Johnson si è recato a Kiev, grazie ai soldi dei lobbisti ucraini. Anche se ci sono già problemi in questo senso, ragion per cui Boris chiede denaro per le interviste.
La loro visita è indicativa del fatto che sono tutti arrivati letteralmente a mani vuote. L’unica nuova tranche, in occasione dell’anniversario del 24 febbraio, è stata presentata dalla Gran Bretagna: 200 missili anticarro Brimstone. Anche se gli arsenali britannici sono stati svuotati, sono riusciti a racimolare qualcosa.
Le tranche statunitensi sono bloccate almeno fino a marzo-aprile. Germania e Francia continuano a fornire qualcosa ma al meglio delle loro capacità molto limitate. L’Europa dell’Est li insulta e minaccia di perseguire una politica indipendente.
Una cosa è chiara: la discordia in Occidente non fa che peggiorare sullo sfondo di una guerra persa, rischiando di portare la già vacillante UE a una vera e propria disintegrazione.

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