Aldo Moro, rapito e assasinato
Il 16 marzo del 1978 in via Fani le Brigate Rosse assassinarono Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, gli agenti della scorta di Aldo Moro, servitori dello Stato uccisi nel compimento del loro dovere. In quell’agguato fu rapito il presidente della Democrazia Cristiana, poi assassinato. Aldo Moro fu sequestrato il 16 marzo 1978 a Roma dalle Brigate Rosse; il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio successivo in via Caetani, nel centro della città dopo 55 giorni.
Sulla tragica vicenda molto è stato scritto, è stato perfino girato un film.
Significative sono le parole di Moretti in un’intervista rilasciata da Mario Moretti a Rossana Rossanda nel 1996, “Brigate Rosse. Una storia italiana”, Mario Moretti dichiara di essere stato il solo a interrogare Aldo Moro durante il rapimento. Moretti glissa circa le rivelazioni di Moro su Gladio, la struttura segreta scoperta nel 1990 e che Moro descrisse alle BR negli interrogatori
Lo interroghi solo tu ?
Si, per mantenere omogeneo il dialogo, tenerne il filo. Moro non tace, rivela molte cose, ma lo fa da democristiano, parlando in codice. Quando stende il memoriale ha in mente coloro che posseggono le chiavi del suo linguaggio, sanno di che parla; non pensa, credo, che io lo possa davvero capire. E infatti non lo capisco. È chiaro che sta denunciando misfatti di ogni tipo, rivela nomi e circostanze che dovrebbero far tremare il Palazzo; ma per noi in quel momento non sono gli scandali che contano, non siamo là per rovinare la carriera di qualcuno, puntiamo ad altro. Ma fuori chi è in grado di capire deciderà di ignorare. L’intero mondo politico ha deciso di ignorare qualsiasi cosa Moro dica. E a spingere su questo è soprattutto il Pci, farebbe finta di niente neppure se Moro rivelasse, che so, di aver fatto mettere la bomba in Piazza Fontana o che Andreotti è un mafioso. Ecco perché anche noi leggiamo con superficialità quel che Moro scrive. È una bomba impossibilitata ad esplodere. Il Palazzo se ne sta muto
Come è andato esattamente il processo ? Chiedete a Moro spiegazioni? Giustificazioni? Cosa vi aspettate?
Moro non ha negato certi passaggi compromettenti, ma quelli che noi consideriamo crimini lui li stempera, li reinterpreta, li attribuisce alla necessità storica. Il rapporto fra noi, come ho spiegato, non è paragonabile a un processo. Non mente, come non mentiamo noi: esprime il suo punto di vista, quello di un dirigente politico della Dc.
Però fra le cose che Moro ti dice, e poi riversa nel memoriale, ve ne sono di importanti, dall’Italcasse a Gladio… Tu hai bisogno di scomporre il blocco della fermezza. E allora, prendi il caso di Gladio: siamo nel ’78, e vieni a sapere da Moro che esiste un’organizzazione anti-Pci. Se questa cosa la rendi pubblica qualche problema al Pci lo crei, la sua alleanza con la Dc ne può risentire. Non capite cosa avete in mano? O fate una scelta?
Tutte e due, direi. Non abbiamo le chiavi di lettura per valutare quelle rivelazioni. Moro parla in cifra, annega le cose concrete in un oceano di genericità. Gladio, ad esempio, lo noti ora, quindici anni dopo, quando ne hanno parlato Andreotti e Cossiga.
Nel libro Moretti afferma con forza la sua tesi fondamentale che le Brigate Rosse furono un fenomeno interamente originale, sorto nella realtà sociale, economica e politica italiana, non sottoposto a controlli o condizionamenti esterni.
Questo è il libro da cui sono estratti i brani https://www.oscarmondadori.it/libri/brigate-rosse/