Ci sarà tempo per valutare appieno la complicata vicenda che sta investendo l’amministrazione comunale di Bari ma in partenza risaltano due elementi:
1) l’azione del Ministero dell’Interno ha assunto in tutta evidenza caratteristiche di un blitz anti-democrazia, saltando procedure, intervenendo alla vigilia di una campagna elettorale, mettendo in moto un armamentario accusatorio degno di ben altre situazioni. Da questo punto di vista c’è davvero da preoccuparsi;
2) dal punto di vista della maggioranza di centro-sinistra che governa il Comune di Bari emerge il dato di una accettazione del trasformismo (come ha fatto rilevare, in ritardo, lo stesso sindaco) almeno ingenua almeno stando all’analisi dello stato di cose in atto. Al di là di elementi specifici risalta ancora una volta l’idea di una funzione della rappresentanza politica quale elemento di utilità personale.
Questa vicenda pone ancora una volta in discussione la concezione stessa dell’agire politico in democrazia: nasce così l’atteggiamento (tradizionalmente definito come trasformismo) proprio di chi, avendo fatto parte o volendo far parte del ceto dominante, si adatta a una nuova situazione politica, sociale o economica, simulando d’esserne promotore o fautore, per poter conservare, acquisire o accrescere il proprio potere e i privilegi della propria classe.
Non è soltanto una mera questione di “moralità della politica”.
Franco Astengo
[…] *Grazie a AFV […]