Una nuova ricerca ha fatto chiarezza sul ruolo giocato dagli allevamenti intensivi nel determinare la pessima qualità dell’aria in Lombardia. Lo studio, pubblicato su Environmental Impact Assessment, specifica che l’allevamento di bovini e suini potrebbe aumentare anche di oltre il 25% l’inquinamento atmosferico locale. Secondo i risultati dell’analisi, in particolare, un aumento di 1000 unità di bestiame, corrispondente rispettivamente all’1% e allo 0,3% della popolazione media di bovini e suini in una data unità di area, provoca un corrispondente aumento giornaliero delle concentrazioni di ammoniaca e polveri sottili PM10. L’aumento è risultato più marcato nel caso degli allevamenti bovini, ovvero, +0,26 microgrammi su metro cubo (μg/mc) per l’ammoniaca e +0,29 μg/mc per il PM10, contro i +0,01 e +0,04 μg/mc registrati per i suini. Un dato di particolare rilievo, specie se guardato nell’attuale contesto di politiche di contrasto alle emissioni inquinanti. Risulta ad esempio ancor più paradossale che l’Unione Europea, sotto pressione dell’Italia e altri Paesi conservatori, abbia approvato la nuova direttiva per la riduzione delle emissioni inquinanti tenendo fuori proprio gli allevamenti intensivi di bovini.

È noto da tempo che la zootecnia contribuisce significativamente alle concentrazioni di inquinanti atmosferici pericolosi per la salute, tuttavia l’opinione pubblica fa ancora fatica a mettere alla gogna il settore. Allevamento e agricoltura, soprattutto attraverso la gestione delle deiezioni animali e l’uso di fertilizzanti, sono in particolare responsabili di copiose emissioni di ammoniaca, una sostanza che fa da precursore al più grave inquinamento atmosferico da polveri sottili. Stiamo parlando del cosiddetto particolato, fine (PM10) o ultra-fine (PM2,5), che in Italia è responsabile di oltre 50 mila morti premature l’anno. Il dato peggiore, come ormai è noto, lo registra proprio la Pianura Padana. «I suoi livelli record di particolato, soprattutto in inverno – ha spiegato Jacopo Lunghi, primo autore della ricerca – la rendono una delle aree più inquinate d’Europa. Indagare le fonti di quest’aria malsana è fondamentale per ridurre l’inquinamento e aumentare il benessere degli individui attraverso un’azione politica efficace». Finora, nel mirino della politica si sono trovati perlopiù i settori energetico e dei trasporti che, comunque sia, rappresentano delle indubbie e copiose fonti di inquinanti atmosferici. «Si sta facendo molto per mitigare le emissioni dei settori dell’energia e dei trasporti e, in una certa misura, anche del settore residenziale. L’agricoltura, e più specificamente il settore dell’allevamento – ha però precisato la ricercatrice Lara Aleluia Reis – non può essere lasciata da parte e deve essere inclusa in politiche più severe di mitigazione dell’inquinamento atmosferico».

Nel complesso, lo studio ha fornito un’inedita valutazione dell’impatto del settore zootecnico sulle concentrazioni di ammoniaca e particolato, fondamentale per guidare la scelta di politiche più coerenti ed efficaci in una delle aree più critiche in termini di inquinamento atmosferico. La Lombardia è infatti una regione particolarmente soggetta a minacce ambientali e sanitarie a causa della sua densa popolazione, delle condizioni di scarsa ventosità e dell’intensa attività agricola. Considerando che non è possibile agire modificando il numero di abitanti o le condizioni orografiche, è importante puntare a una riduzione delle concentrazioni inquinanti minimizzando gli effetti delle attività antropiche, comprese però quelle zootecniche. In quest’ultimo caso, per provare a ridurne l’impatto, gli autori dello studio suggeriscono di adottare una gestione integrata delle attività agricole ,che preveda una maggiore qualità dell’alimentazione per gli animali, un più efficiente smaltimento di liquami, letame e dell’intero sistema di produzione e, soprattutto, una riduzione dell’intensività degli allevamenti.

[di Simone Valeri]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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