Alcuni ufficiali militari ucraini di alto rango hanno lanciato l’allarme sulle difficili condizioni sul campo in cui versa Kiev, avvertendo che le linee del fronte potrebbero presto crollare ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva. Le fonti militari lo hanno rivelato negli scorsi giorni al quotidiano statunitense Politico. Allo stesso tempo, il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ieri, durante il vertice ministeriale dell’Organizzazione, ha proposto un piano a lungo termine da cento miliardi per sostenere l’Ucraina nei prossimi cinque anni. A condizione di restare anonimi per potersi esprimere liberamente, gli ufficiali – che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny, sostituito a febbraio da Olexandr Syrsky – hanno spiegato che la Russia sarà probabilmente in grado di «penetrare la linea del fronte e di distruggerla in alcune parti» e che sarà pronta «a lanciare un grande attacco intorno ad agosto, e forse prima». Gli ufficiali hanno posto l’accento non solo sulla grave carenza di materiale bellico, dalle munizioni ai sistemi di difesa aerea, ma anche sulla scarsità di uomini da mandare al fronte. Due anni di guerra, infatti, hanno ridotto notevolmente le forze di Kiev, problema aggravato dal fatto che sempre meno uomini ucraini sono disposti ad arruolarsi. Proprio questa circostanza ha spinto, dopo mesi di dibattiti parlamentari, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ad approvare martedì 2 aprile una legge impopolare che riduce l’età di mobilitazione da 27 a 25 anni. Sia l’iniziativa di Stoltenberg, sia la nuova legge ucraina sull’arruolamento confermano le gravi criticità sul campo segnalate dai funzionari militari di Kiev.

Le dichiarazioni rilasciate a Politico dalle fonti militari arrivano dopo i moniti lanciati alcuni giorni prima da Zelensky con l’obiettivo di fare pressione sul Congresso americano affinché liberi gli aiuti di cui l’Ucraina ha disperatamente bisogno. Il presidente ucraino aveva affermato che se il pacchetto multimiliardario in stallo non viene approvato presto, allora le sue forze dovranno «tornare indietro, ritirarsi, passo dopo passo, a piccoli passi». Tuttavia, le affermazioni degli ufficiali ucraini risultano ancora più cupe di quelle di Zelensky, in quanto uno di loro avrebbe spiegato che anche con gli aiuti occidentali, l’Ucraina non sarebbe in grado di contrastare efficacemente i russi: «Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina adesso perché non esistono tecnologie serie in grado di compensare l’Ucraina per la grande massa di truppe che la Russia probabilmente scaglierà contro di noi. Noi non disponiamo di queste tecnologie e anche l’Occidente non le possiede in numero sufficiente» ha affermato la fonte al quotidiano americano. Oltre alla penuria di armi e equipaggiamenti militari, l’Ucraina deve affrontare quella dei soldati al fronte, cosa che ha indotto Zelensky a firmare martedì una legge per allargare la base della coscrizione, bloccata dal Parlamento ucraino da dieci mesi per via della sua impopolarità. La legge, oltre ad abbassare l’età di arruolamento da 27 a 25 anni, elimina lo status di militare “parzialmente idoneo”, stabilendo che esistono solo due categorie di persone: idonee e non idonee al servizio militare. Quindi, quelle ritenute precedentemente parzialmente idonee dovranno sottoporsi a una visita medica entro nove mesi per stabilire in quale delle due categorie andranno inseriti.

L’idea di Stoltenberg di un fondo NATO da cento miliardi per sostenere l’Ucraina, invece, risponde all’esigenza, da un lato, di «garantire all’Ucraina un’assistenza in materia di sicurezza affidabile e prevedibile a lungo termine», come ha affermato lo stesso segretario dell’Alleanza e, dall’altro di blindare gli aiuti al Paese est europeo qualora venisse eletto Donald Trump come prossimo presidente. Il timore, infatti, è che un’eventuale vittoria dell’esponente repubblicano possa comportare un rifiuto totale di fornire sostegno a Kiev. Attraverso l’approvazione del fondo, invece, gli aiuti sarebbero comunque garantiti per gli anni a venire. Tuttavia, il piano dovrà essere approvato il prossimo luglio da tutti e 32 i membri dell’Alleanza atlantica, ma alcuni di loro al momento risultano scettici o hanno delle riserve, tra cui Ungheria, Spagna e Italia. La Germania, invece, attraverso il ministro degli Esteri Annalena Baerbock, ha definito il piano «giusto e importante». I dettagli del progetto non sono ancora noti, ma si sa che la NATO dovrebbe assumere parte del lavoro di coordinamento di una coalizione ad hoc guidata dagli Stati Uniti nota come gruppo Ramstein.

Alla luce delle difficoltà dell’esercito ucraino e della mancanza di soldati in prima linea, risulta evidente come gli aiuti occidentali non siano riusciti in due anni a contrastare adeguatamente l’esercito russo. L’occidente ha comunque deciso di proseguire con la medesima strategia nei prossimi anni chiedendo più soldi ai membri della NATO e gravando sui bilanci di molti Stati europei alcuni dei quali, al contrario di quanto succede negli Stati Uniti, stanno anche pensando di introdurre la leva obbligatoria e di mandare propri soldati in Ucraina. Nel frattempo, secondo gli aggiornamenti del ministero della Difesa russo, le unità moscovite sarebbero avanzate nelle direzioni di Avdeevskij, Donetsk e Yuzhnodonetsk nell’area del distretto militare settentrionale, mentre Mosca prepara una grande offensiva per la prossima estate.

[di Giorgia Audiello]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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