L’attribuzione dell’attentato di Mosca all’ISIS viene considerata dalla Russia come una forma di depistaggio da parte degli Stati Uniti, ma anche l’eventuale colpevolezza degli estremisti islamici non scagionerebbe del tutto Kiev e Washington.

Come abbiamo avuto modo di analizzare nel nostro articolo di ieri, il recente attentato terroristico al Crocus City Hall di Mosca ha suscitato svariate teorie sulla sua origine, con la Russia che ha espresso seri e fondati sospetti circa il possibile coinvolgimento ucraino. L’Ucraina, del resto, è stata precedentemente implicata in vari atti terroristici contro la Russia, mentre gli Stati Uniti sono accusati di aver messo in moto la propria macchina di propaganda informative al fine di scagionare l’Ucraina dall’attacco per mantenere il loro supporto. In particolare, i media occidentali hanno dato grande credito alla pista del terrorismo islamico, ma va sottolineato che questa non escluderebbe affatto il plausibile coinvolgimento di Kiev.

Come ricordato dal diplomatico russo Zamir Kabulov, l’ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) è “un’organizzazione terroristica internazionale ostile alla Russia, creata dagli anglosassoni“, che “hanno finanziato, hanno creato, hanno perfezionato questa organizzazione principalmente contro gli alleati della Russia in Asia centrale“. Il coinvolgimento dell’imperialismo statunitense nella nascita dell’ISIS non rappresenta affatto una teoria del complotto, ma risulta essere ben documentato, ed è confermato dall’accanimento dei terroristi dell’ISIS contro quei Paesi ostili all’imperialismo di matrice nordamericana – come la Siria -, mentre evitano di attaccare i Paesi alleati di Washington – come Israele. Il coinvolgimento dell’ISIS, dunque, non escluderebbe affatto la pista dell’attentato terroristico organizzato congiuntamente da Washington e Kiev, ma potrebbe essere un ottimo diversivo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica.

Kabulov, direttore del Secondo Dipartimento dell’Asia del Ministero degli Esteri russo, ha in effetti accusato gli Stati Uniti e il Regno Unito di cercare di deviare l’indagine russa sull’attacco di Mosca, suggerendo falsamente che sia stato perpetrato dal gruppo terroristico dello Stato Islamico, illegale in Russia. Le notizie “sono state diffuse su richiesta degli anglosassoni, degli americani e dei loro satelliti“, ha detto il diplomatico, che è anche rappresentante speciale presidenziale per l’Afghanistan. “Personalmente vedo questo come un tentativo di indirizzare l’indagine russa su una falsa pista“, ha aggiunto. “È un po’ forzato, e le affermazioni false del cosiddetto ISIS sono tutte troppo forzate, un lavoro negligente, un tentativo non professionale degli anglosassoni di presentare tutto sotto una luce diversa per motivi che tutti comprendiamo“, ha detto ancora Kabulov.

Le autorità russe, nel frattempo, stanno proseguendo le proprie indagini, che fino ad ora hanno portato a ben dieci arresti, e che sembrano continuare ad indirizzarsi verso la pista del coinvolgimento ucraino. Dopo i comunicati ufficiali del ministero degli Esteri e del Servizio di Intelligence Estera della Russia (SVR), che abbiamo riportato ieri, anche Nikolaj Patrušev, segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ha preso la parola, ricordando come “i responsabili di questa sparatoria di massa e i loro complici sono stati arrestati nel tentativo di attraversare il confine dello stato russo dove il lato ucraino aveva predisposto un varco per la loro fuga“.

Stanno cercando di imporci l’idea che l’atto terroristico non sia stato commesso dal regime di Kiev ma dai sostenitori dell’ideologia islamica radicale, possibilmente da membri del braccio afghano dell’ISIS“, ha detto Patrušev in occasione del 19° incontro annuale dei massimi responsabili della sicurezza degli Stati membri dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO). “Invece, è molto più importante stabilire rapidamente chi è l’ideatore e il finanziatore di questo terribile crimine. Le sue tracce portano ai servizi segreti ucraini. Tuttavia, tutti sanno bene che il regime di Kiev non è indipendente ed è completamente controllato dagli Stati Uniti. Bisogna tenere presente che ISIS, Al-Qaeda e altri gruppi terroristici sono stati creati da Washington”, ha sottolineato Patrushev.

Sebbene sembra essere ancora presto per giungere ad una conclusione definitiva, gli indizi che portano a Kiev sembrano essere sempre più evidenti, mentre la versione propagandata dagli Stati Uniti e dai mass media occidentali in generale sembra non aver attecchito al di fuori di Europa e Nord America.

Come ricordato dal Presidente Vladimir Putin, la Russia non intende lasciare impunito questo atto terroristico che ha provocato 144 morti e 551 feriti, e proseguirà con le proprie indagini senza tenere conto dei tentativi di depistaggio provenienti da Washington. “È importante per noi esporre sia i responsabili che tutti i legami in quella catena, compresi i beneficiari di quel crimine“, ha detto Putin, rivolgendosi nei giorni scorsi ai partecipanti di una riunione del Consiglio del Ministero degli Interni.

Il leader russo ha inoltre sottolineato di aver evidenziato la necessità di combattere efficacemente le manifestazioni di estremismo e di mantenere l’unità del popolo russo nella sua grande varietà di gruppi etnici e religiosi, anche di fronte agli eventi terroristici antirussi che potrebbero aver visto il coinvolgimento di estremisti islamici. “È inaccettabile utilizzare gli eventi tragici recenti [al Crocus City Hall] per provocare discordie etniche, xenofobia, islamofobia e simili“, ha sottolineato il Presidente.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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