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Un rapporto di Banca Mondiale e Nazioni Unite per la prima volta stima i danni provocati dall’invasione di Israele nella Striscia di Gaza

Andrea Barolini

La Striscia di Gaza è solo macerie: la brutale invasione israeliana l’ha letteralmente rasa al suolo. Ciò che è già chiaro osservando le fotografie e le riprese dall’alto è confermato anche dai dati economici. La Banca Mondiale e le Nazioni Unite, con il sostegno finanziario dell’Unione Europea, hanno infatti effettuato la prima stima dei danni causati dalla guerra. E le cifre sono agghiaccianti

L’economia palestinese è stata letteralmente azzerata

Secondo quanto indicato dal rapporto pubblicato martedì 2 aprile, la stima è di 18,5 miliardi di dollari di danni. Il che corrisponde al 97% del Prodotto interno lordo congiunto della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. In pratica, l’insieme dei territori palestinesi è stato cancellato e “azzerato” anche dal punto di vista economico

Si tratta di un documento provvisorio che si basa su dati raccolti a distanza. E prende in considerazione unicamente il periodo che va dall’inizio dell’offensiva militare, nello scorso mese di ottobre, alla fine di gennaio. Nei due mesi successivi, pertanto, è probabile che la situazione sia peggiorata ulteriormente

Ci vorranno anni solo per rimuovere i 26 milioni di tonnellate di macerie

Secondo la Banca Mondiale e le Nazioni unite, tutti i settori dell’economia palestinese sono stati colpiti. I danni provocati al patrimonio immobiliare rappresentano il 72% del totale. A ciò si aggiungono le infrastrutture necessarie per assicurare servizi pubblici come la distribuzione di acqua, la sanità e l’educazione (19%). I danni causati a edifici commerciali e industriali, infine, sono pari al 9% del totale. 

Un’ecatombe, che si aggiunge ai quasi 33mila morti provocati dai bombardamenti e dalle operazioni di terra condotte nella Striscia di Gaza. Secondo il rapporto ci vorranno anni soltanto per rimuovere le macerie, il cui volume è ad oggi stimato in 26 milioni di tonnellate.

Dal punto di vista della popolazione, inoltre, tutti ormai soffrono di malnutrizione, con oltre la metà degli abitanti che si trova in una situazione prossima alla fame. Più di un milione di persone è stato privato delle proprie abitazioni. Il 75% della popolazione è stato costretto a fuggire. Con le donne, i bambini, le persone anziane e i portatori di handicap che soffrono le conseguenze peggiori dal punto di vista fisico e mentale.

Distrutto l’84% delle strutture sanitarie. La scuola a Gaza non esiste più

Il documento precisa anche che l’84% delle strutture sanitarie è stato distrutto o danneggiato. E al contempo risulta estremamente ridotto l’accesso alle cure, ai medicinali e ai trattamenti salvavita. Anche l’acqua scarseggia. Per non parlare del sistema scolastico: nessun bambino a Gaza va più a scuola. 

Da un punto di vista infrastrutturale, a essere stato colpito è anche il sistema elettrico che alimentava la Striscia. Compresi quasi tutti gli impianti fotovoltaici. Risultato: l’intera area vive in un pressoché costante blackout dalla prima settimana del conflitto. Al contempo, il 92% delle principali vie di comunicazione stradali è distrutto danneggiato. Il che rende ancor più difficile l’invio di aiuti umanitari. Quei pochi che l’esercito israeliano lascia entrare. 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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