Non paghi dei disastri sin qui combinati si torna ad agitare la scure neoliberista. E’ quello che ha fatto Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea. Non so quanti hanno presente il discorso di Draghi – allora direttore generale del Tesoro – fatto nel giugno ’92 sul Britannia, lo yacht di proprietà della famiglia reale inglese che ospitava a bordo un meeting di politici, finanzieri, imprenditori. Quel discorso era tutto imperniato sulla necessità di fare incetta e privatizzare imprese e beni pubblici, sulla falsa riga delle devastanti scelte neoliberiste di Margaret Thatcher. Il risultato di quelle scelte è stato di far diventare i poveri sempre più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Ora, con le “nuove” (sic) linee strategiche della politica economica da applicare su scala continentale, siamo all’accanimento terapeutico. Incassate le privatizzazioni Draghi lancia la corsa competitiva all’accaparramento delle risorse energetiche ed ambientali, gioca la carta del riarmo e dell’industria militare, punta al rafforzamento dei monopoli. Ed ancora, non esiste più la priorità del sociale. Il sociale deve essere sottoposto in tutto e per tutto ai vincoli dell’economia. Capitalismo allo stato puro. Il tutto viene condito con la retorica di un “cambiamento radicale”. Con Draghi & company non c’è nessun cambiamento radicale all’orizzonte. C’è solo la riproposizione di una politica scellerata che fa solo gli interessi del potere e del denaro, della grande ricchezza privata. Draghi è l’emblema di una classe dirigente che ruota intorno a sé stessa, ai propri interessi affaristici, scambiandosi ruoli, incarichi di governo, tecnocratici, d’impresa, ecc. E’ la politica delle porte girevoli funzionale alla perpetuazione di un sistema di interessi. Bisogna dire basta a questa politica gretta. Per un reale cambiamento radicale non c’è altra via che lavorare a una nuova stagione di lotte e di movimenti sociali che faccia pulizia politica. Lavoriamo a questa ripresa sociale (e.l.)

Ezio Locatelli PRC

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