Antimafia Duemila – L’ex giudice: “Le cosche sanno che il vento è di nuovo cambiato”
di Antonio Ingroia
Venticinque anni fa, mentre i cadaveri di Falcone e Borsellino erano ancora caldi, era impensabile che le stragi di Capaci e via D’Amelio avrebbero generato una tale reazione popolare di sdegno da segnare l’inizio della fine della mafia dei corleonesi. E non fu un caso se di lì a poco furono arrestati e condannati capimafia come Riina e Bagarella e complici di Cosa nostra come Contrada e Dell’Utri. Ancor più inimmaginabile, venticinque anni dopo, che si dovesse assistere ad una così brusca marcia indietro sotto la spinta di una furia revisionista, che rischia di riportarci ai tempi bui in cui la parola mafia era tabù. Ed allora ecco che Contrada è diventato il nuovo eroe degli opinionisti à la page, che lo presentano come vittima di una condanna ingiusta per concorso in associazione mafiosa, un reato ritenuto inesistente perché la Corte Europea lo ha definito di creazione giurisprudenziale.
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Tratto da: Il Fatto Quotidiano del 19 luglio 2017
(Foto Paolo Bassani)