I docenti ed i collaboratori Ata al rientro a scuola dopo le vacanze di fine anno dovranno affrontare il periodo più rischioso dall’inizio della pandemia

Con l’ultimo provvedimento preso dal Governo sulla lotta al Covid-19 arriva per i lavoratori della scuola l’ennesima beffa. Mascherine Ffp2 obbligatorie negli istituti e sui mezzi di trasporto, ma allora quelle chirurgiche messe a disposizione dal ministero non erano adeguate?

In prima linea nella lotta alla pandemia, i docenti ed i collaboratori Ata dovranno affrontare al rientro a scuola dopo le vacanze di fine anno il periodo più rischioso da gennaio 2020.

Agli istituti scolastici non è permesso conoscere lo stato vaccinale degli alunni sia del primo che del secondo grado di istruzione, né può essere richiesta la relativa certificazione verde per accedere a scuola.

Per l’Autorità sulla privacy devono essere individuate le modalità che non rendano identificabili gli studenti non immunizzati. Lo scopo è quello di prevenire effetti discriminatori per coloro che non possono o non intendono vaccinarsi.

È la salute dei lavoratori?

I docenti non possono avere informazioni sulla immunizzazione dei loro alunni. Devono vigilare su eventuali discriminazioni e devono imporre l’uso della mascherina in classe scontrandosi spesso con i ragazzi più riottosi ed indisciplinati. Inoltre, sono obbligati a vaccinarsi o a fare la terza dose ed ora ad utilizzare le mascherine Ffp2. Questi ultimi provvedimenti non sono casuali. Il rischio di contagiarsi nelle aule scolastiche è aumentato notevolmente con l’arrivo dell’inverno e della variante Omicron. Il rientro a scuola dopo le vacanze di fine anno è ad alto rischio per alunni e personale scolastico. Anche perché i problemi strutturali come aule piccole e classi pollaio non sono stati risolti. Tutti i provvedimenti diversi dalla Dad sono palliativi. Tra la salute dei docenti e degli alunni da un lato e le esigenze dell’economia dall’altro, il Governo sta privilegiando quest’ultima.

La scuola italiana è sulle spalle dei singoli docenti e sulla loro professionalità. Sono loro che entrano in classe, sono loro che devono far rispettare le regole, in particolare quelle determinate dalla pandemia.

Devono formare ed educare le nuove generazioni, ma, nelle stesso tempo, devono assicurarsi della loro incolumità contro il Covid-19 anche a rischio di subire gravi conseguenze per la loro salute oltreché per le eventuali denunce penali sulla mancata vigilanza.

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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