Francesco Cecchini

Jaime Caycedo Turriago, presidente del Partido Comunista Colombiano

In Colombia la campagna elettorale presidenziale, nel mezzo di una grande incertezza politica e di una crescente mancanza di credibilità del governo di Juan Manuel Santos a causa dei molti casi di corruzione, è iniziata e gli schieramenti definiti, o quasi.

ESTREMA DESTRA. Gli ex presidenti Uribe e Pastrana, nemici della pace che si sono battuti per il NO a la referendum sull’accordo tra governo e FARC-EP, annunceranno entro il 20 gennaio quale sarà la scelta  del candidato della loro alleanza, Coalición Colombia Despierta. Vi sono discrepanze tra uribisti e pastranisti, ma sembra che il candidato favorito sia Iván Duque. Lo scopo del programma di estrema destra è creare panico. Viene ribadito che il governo Santos ha dato la Colombia alle FARC-EP e che queste porteranno via la terra ai legittimi proprietari. Inoltre sono promossi valori morali propri di una società conservatrice. Per esempio si punta il dito contro il matrimonio tra coppie dello stesso sesso.

CENTRO. Il centro è la Coalición Colombia, formata da Polo Democratico, l’Alleanza Verde e il Movimento per l’Impegno dei Cittadini. Candidati presidenti possono essere Fajardo, Claudia López e Robledo. Fajardo è il favorito. L’ asse del programma è la lotta alla corruzione e al clientelismo, ma si mette l’accento anche sui diritti delle donne e sull’impegno per la biodiversità e le risorse naturali. Un Centro, dunque, per un capitalismo moderno.

CENTRO SINISTRA. Gustavo Petro, Clara López e Carlos Caicedo hanno dichiarato che andranno a una consultazione interpartitica a marzo nella stessa data delle elezioni del Congresso. Vi è anche il liberale Humberto De la Valle, che ha dichiarato di essere pronto a guidare un accordo che difende l’accordo di pace.  L’Alleanza di Petro, Clara López e Carlos Caicedo comprende anche l’UP e diverse organizzazioni  e movimenti sociali. Il programma è sostanzialmente contro la corruzione, le diseguaglianze, il tentativo dell’estrema destra di conquistare il potere e, innanzitutto, il tentativo di smantellare gli accordi di pace.

PARTITI SCIOLTI. Principalmente l’U, il Partito Conservatore, il Partito Liberale e il Cambiamento Radicale, che durante il governo di Juan Manuel Santos formarono l’Unità Nazionale. Sono al di fuori di coalizioni, ma hanno un seguito elettorale importante che sarà sicuramente decisivo a seconda della decisione che prenderanno. Per esempio l’U ha detto che prenderà una decisione su chi appoggiare la presidenza 45 giorni prima del primo turno e in base all’esito delle elezioni parlamentari.

CANDIDATI SCIOLTI.  Sono vari, Humberto de la Calle, Germán Vargas Lleras e Alejandro Ordóñez e non si sono ancora schierati. La loro presa di posizione dopo le partitiche di marzo influirà. Vi è anche Piedad Cordoba che sicuramente appoggerà un candidato di sinistra o di centro sinistra.

SINISTRA. A sinistra vi è Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común, ex FARC-EP, il cui programma è sostanzialmente quello di formare un governo di transizione che protegga e metta in atto gli accordi di pace.  Rodrigo Londoño alias Timoshenko ha inviato recentemente un messaggio ai militanti disciplina e una maggiore militanza nella campagna elettorale. Timoshenko ha affermato che la politica delle FARC sarà realizzata attraverso la creazione di Unità Tattiche del Comune (UTC) in tutta la il paese che saranno responsabili della diffusione della propaganda e raccoglieranno uomini e donne dal “comune”. Nel messaggio Londoño afferma che l’accordo di pace sia difeso ed è responsabilità dei farianos impedire che il processo di pace sia una frustrazione per il paese e per la comunità internazionale che ha sostenuto. Il Partito Comunista della Colombia, PCC e FARC, sono politicamente alleati per le elezioni del 2018.La decisione è stata rivelata all’apertura del 22 ° Congresso del PCC tenutasi lo scorso agosto, a cui hanno partecipato diversi membri delle FARC e ribadito in varie occasione. Il presidente del PCC, Jaime Caycedo Turriago ha affermato che le due affermazioni politiche, “cercheranno un accordo in modo che ci sia un solo candidato che difenda quel progetto di pace”. Cercheranno un accordo in modo che ci sia un solo candidato che difenda quel progetto di pace, Il candidato comune è Rodrigo Londoño Echeverri, alias Timoshenko. Il Partito Comunista colombiano, il più antico bastione della sinistra in Colombia, fu fondato nel 1930, da sempre è stato vicino alle FARC-EP, per questo ha subito persecuzioni da parte dei Uribe e dai paramiitari. Non è presente nelle istituzioni, ma nella società colombiana. Alle elezioni partitiche per il Senato si presenta parte della Lista de la Decencia, formata da  Unión Patriótica, Movimiento Alternativo Indígena y Social-MAIS, Alianza Social Independiente-ASI, Colombia Humana e Todos Somos Colombia, che ha come programma la lotta per il diritto alla vita, il superamento delle fonti di corruzione, le garanzie e le libertà per tutti i cittadini in tutto il paese, lo smantellamento del paramilitarismo e la piena applicazione dei diritti umani, sociali, lavorativi e ambientali, alla salute, all’educazione, a un alloggio dignitoso e al diritto alla terra.

LA PACE. L’attuazione degli accordi con le FARC è al centro della campagna elettorale. Solamente il 18% dell’Accordo di Pace è stato realizzato. Il 4 gennaio c’è stato un incontro tra il Presidente della Repubblica, Juan Manuel Santos, delegati della Farc e con gli ex presidenti del governo spagnolo, Felipe González, e dell’Uruguay, José ‘Pepe’ Mújica, per fare un un bilancio della situazione. Felipe Gonzales e José ‘Pepe’ Mújica della Comisión de Seguimiento, Impulso y Verificación a la Implementación del Acuerdo Final (CSIVI) hanno presentato un rapporto di 67 pagine sulla situazione dell’accordo di pace tra Governo e FARC-EP, che ha esaminato i regolamenti che sono stati implementati nel quadro del Fast Track e analizzato i progetti in sospeso. Il documento, fa uno studio dettagliato dei progressi e dei ritardi dell’attuazione dell’accordo, ma allo stesso tempo fornisce alcune raccomandazioni allo Stato colombiano, poiché la costruzione di una pace stabile e duratura non sarà possibile se non lo è sviluppare punti di riforma rurale globale e soluzione al problema delle droghe illecite. Il rapporto comunque racconta, innanzitutto il ritardo colpevole del governo di Santos.

ELN.  Il prossimo 9 gennaio terminerà il cessate il fuoco bilaterale tra ELN e governo e il 10 gennaio inizierà il quinto ciclo di dialogo a Quito, in Ecuador, sede delle negoziazioni. Si prevede che governo ed ELN continueranno a negoziare l’agenda nei sei punti concordata nel marzo 2016: partecipazione, democrazia, trasformazione, vittime, conflitti e attuazione. Inoltre vi sarà il possibile rinnovo del cessate il fuoco, che non sempre è stato rispettato. Finora i dialoghi non hanno portato a risultati tangibili.

PARAMILITARI. I paramilitari continuano a colpire. Ultimi due episodi. Il 29 dicembre 2017, la Comunità di Pace di San José de Apartadó (Urabá, Colombia) ha sofferto un attacco paramilitare che aveva l’obiettivo di uccidere il rappresentante legale della Comunità Germán Graciano Posso. Un attacco annunciato, ormai da diversi mesi. La Comunità di Pace e le Organizzazioni internazionali che l’accompagnano avevano denunciato l’aumento esponenziale dell’attività paramilitare nella zona; una attività criminale che con il terrore, sta riprendendo il controllo politico, sociale e culturale del territorio lasciato libero dalle FARC-Ep nel rispetto degli accordi di pace.

https://www.lahaine.org/mm_ss_mundo.php/paramilitares-atacan-la-comunidad-de

Durante la prima mattinata dell’ultimo venerdì dell’anno una bomba lanciata nella discoteca di Bora Bora, in Caucaso (Antioquia), ha ferito almeno 31 persone. Gli autori? Membri del clan del Golfo, vendicando un’estorsione che non è stata pagata dal proprietario del luogo. La realtà è che la criminalità che è il prodotto delle bande paramilitari e dei cartelli della droga continua ad essere viva e presente e la Colombia continua a essere piena di incentivi e impunità per i crimini paramilitari.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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