Sommerso dalla lotta alle fake news e dai pruriti censori delle élite, il dibattito sul politicamente corretto sembra sprofondato negli abissi dell’irragionevolezza. La radice di questi fenomeni sta nella volontà dell’élite di mantenere lo status quo, da un lato depotenziando ogni critica tramite l’adozione di parole d’ordine progressiste politicamente corrette, e dall’altro cercando di mantenere il monopolio della narrazione mediatica con la censura (cioè la lotta alle fake news). Ce lo ricorda questo articolo di Zero Hedge, che lega l’ascesa del politicamente corretto a quella della finanziarizzazione dell’economia. E così mentre i redditi e i diritti delle classi lavoratrici si comprimono, i cosiddetti progressisti si prestano meccanicamente a manifestare la propria virtù sui social media, in un’orgia di conformismo a buon mercato.

 

di Charles Hugh Smith, 

 

L’élite al potere ama il politicamente corretto, perché serve egregiamente gli interessi dell’élite. Cos’è il politicamente corretto? Il politicamente corretto è la pressione collettiva a conformarsi ai codici linguistici “progressisti”, e a pronunciare in pubblico le parole d’ordine e le frasi più prevedibili.

 

Si noti che non è richiesta nessuna azione concreta. Ecco perché l’élite al potere ama il politicamente corretto: il conformismo è così a buon mercato. Tutto ciò che un burocrate dell’élite al potere deve fare è pronunciare le parole d’ordine (“speranza e cambiamento”, “noi onoriamo la diversità”, “grazie per il vostro servizio”, ecc.), e così ricevere un pass gratuito per continuare il saccheggio.

 

Coloro che vengono rassicurati dalle espressioni politicamente corrette accettano questi codici linguistici simbolici come dei sostituti di cambiamenti reali nella struttura del potere. Questa glorificazione di gesti simbolici – manifestare la propria virtù attraverso i social media, ripetere a pappagallo frasi progressiste, ecc. – costa ben poco, come mettersi in bocca le banalità da PC. Tutti si sentono confermati e rispettati, senza costi per nessuno: i progressisti si sentono superiori perché l’élite al potere si sente ora in dovere di ripetere in pubblico a pappagallo i discorsi “progressisti”, e l’élite al potere è libera di depredare, senza far fronte a richieste di radicali ristrutturazioni degli incentivi e della distribuzione della ricchezza e del reddito della nazione.

 

L’ascesa dei codici linguistici “progressisti” e del politicamente corretto è parallela al declino delle fortune e dei redditi del 90% meno ricco. Mentre i “progressisti” si concentrano sul simbolismo a buon mercato, le classi lavoratrici vengono distrutte dalla finanziarizzazione centralizzata che premia i pochi a spese dei molti.

 

Ecco le risorse finanziarie della famiglia media: tornate ai livelli del 1995:

 

Valore mediano del patrimonio finanziario delle famiglie USA con proprietà, in migliaia di dollari del 2016

 

Ecco la partecipazione dei civili alla forza lavoro – ai livelli del 1975:

 

Tasso di partecipazione della forza lavoro civile negli USA – da sinistra a destra: circa 1965-1970: l’ingresso su larga scala di donne e baby boomers nella forza lavoro inizia nei tardi anni ’60, fino ai primi anni ’70; circa 1971: picco della quota lavoro sul PIL; circa 1990: picco del boom della produttività nel dopoguerra; circa 1990-2010: picco della finanziarizzazione e boom delle bolle del debito; l’automazione inizia a mangiare i posti di lavoro della classe media; circa 2010: rendimenti decrescenti da finanziarizzazione.

 

Ecco la percentuale di reddito che va rispettivamente all’1% più ricco e al 50% meno ricco:

 

Il racconto di due paesi – la percentuale di reddito disponibile negli USA che va al 50% meno ricco (in verde) e all’1% più ricco (in arancione), 1962-2014

 

Così, mentre i “progressisti” si concentrano esclusivamente sulla propria inconcludente manifestazione di virtù e sulle vuote “vittorie” dell’élite al potere che si riempie la bocca di parole d’ordine accettabili, la nostra economia, la società e il contratto sociale vengono distrutti. Non c’è da meravigliarsi se i grandi media propagandano i gesti vuoti, la manifestazione di virtù e il politicamente corretto: tutto questo conformismo ipocrita lascia inalterata l’attuale struttura del potere e della ricchezza, e lascia l’élite al potere fermamente alla guida dell’economia e dell’amministrazione.

 

Non c’è da stupirsi che l’élite al potere ami il politicamente corretto: tutti quelli che mostrano furiosamente la propria virtù non rappresentano alcuna minaccia al saccheggio asimmetrico dello status quo.

http://vocidallestero.it/2018/02/12/zh-il-politicamente-corretto-e-solo-al-servizio-delle-elite/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy