Fucilazione di tre soldati a Gorizia nel 1916

Francesco Cecchini

“Insieme con Marco Pluviano abbiamo trovato una busta gialla spessa, sigillata con cera lacca con la scritta: “Da aprirsi vent’anni dopo la morte del donatore”. Il donatore era l’onorevole Gasparotto, che fu anche ministro della Guerra negli anni precedenti l’avvento del fascismo, e per questo entrò in possesso di una copia di questo memoriale molto riservato. Essendo trascorsi più di vent’anni, abbiamo aperto la busta e trovato il Memoriale sulle fucilazioni sommarie del 1919 (conservato tuttora nell’archivio di quel Museo). Nel Memoriale Tommasi erano esposti i casi di 119 persone, poi io e Marco Pluviano, attraverso le nostre ricerche d’archivio, siamo arrivati a trovare 300 nomi di fucilati senza processo”.                                         

Irene Guerrini

Il libro di Irene Guerrini e Marco Pluviano, FUCILATI SENZA UN PROCESSO, Il Memoriale Tommasi sulle esecuzioni sommarie nella Grande Guerra”, pubblicato nel 2019 da Gaspari , racconta una vicenda tragica della Grande Guerra, Grande Massacro.

Il 28 luglio 1919 il Ministro della guerra generale Alberico Albricci, in accordo con il Presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti e con il Capo di stato maggiore Armando Diaz,  chiese all’ avvocato generale militare Donato Tommasi  di fare una  indagine sulle esecuzioni sommarie avvenute nell’esercito durante la prima guerra mondiale in e di verificarne la legittimità. Donato Tommasi   completò la sua relazione, di 196 pagine con 46 allegati, all’inizio del settembre 1919. In detta relazione, che accertava un totale di 152 esecuzioni conosciute, criticava aspramente l’operato del Cadorna, specialmente per quanto riguardava la famigerata Circolare telegrafica riservata n.2910 del 1 novembre 1916, in cui si legittimava la decimazione. La relazione di Donato Tommasi   “rimase dimenticata fino al 1966 quando  fu ritrovata presso l’Archivio dello Stato Maggiore dell’Esercito .

Il lavoro di Irene Gurini e Marco Pluviano si basa sulla relazione di Donato Tommasi e racconta fatti anche dimenticati, in ogni caso da ricordare. Tra i quali la decimazione della Brigata Catanzaro.  Nel maggio del 1916 la brigata Catanzaro subì il primo caso di decimazione della storia dell’esercito italiano. Dopo diverse battaglie sul Carso nell’estate del ’17 la Brigata venne mandata in riposo a Santa Maria la Longa, quando si sparse la notizia che sarebbe stata mandata di nuovo in prima linea. Ne scaturì una protesta che si tramutò in vera e propria rivolta la sera del 15 luglio. Partì dai soldati del 141° e si estese anche a quelli del 142°, con scontri a fuoco con fucili e bombe a mano. A sedare la rivolta fu inviata una compagnia di Carabinieri e si registrarono una decina di morti e una trentina di feriti.Terminato l’ammutinamento scattarono le fucilazioni per quattro soldati colti con i fucili ancora caldi e per altri dodici scelti per ciascun reggimento per decimazione, anche se studi più recenti aprono nuovi interrogativi sui numeri e sulla distribuzione. Il 16 luglio i soldati vennero fucilati sul muro del Cimitero di Santa Maria La Longa. Il responsabile della decimazione fu il colonnello Attilio Thermes, che ricevette gli elogi del generale Luigi Cadorna.

Il libro di Irene Guerrini e Marco Pluviano fa riflettere sulla riabilitazione giuridica dei fucilati e decimati durante il 15-18.

Nella scorsa legislatura furono presentate due proposte di legge alla Camera dei Deputati due Proposte di Legge per la riabilitazione dei soldati italiani condannati a morte dai Tribunali Militari o fucilati sommariamente al fronte, per “dare l’esempio” e per “ristabilire la disciplina”. Le due proposte furono unificate in una e poi approvata il 21 maggio 2015  con 331 voti  favorevoli, nessun contrario ed un astenuto.  Dopo l’approvazione la legge passò al Senato dove la Commissione Difesa presieduta dall’on. Nicola La Torre del Partito Democratico la discusse solo dopo una quindicina di mesi. La conclusione  che i fucilati e decimati non  vennero riabilitati, ma solo perdonati.                   

L’Italia detiene il record pesante di essere al primo posto in fatto di fucilazioni e decimazioni . Un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne “giustiziò” circa 1000. In questa legislazione la senatrice Tatjana Rojic Rojic sta rilanciando una legge che faccia giustizia quell’immensa ingiustizia, in modo da restituire ai nostri soldati, morti per “mano amica”, l’onore militare, cioè lo status di “caduti in guerra”, e la dignità di essere ricordati come “morti per la Patria”.

AUTORI                                                               

Irene Guerrini e Marco Pluviano, entrambi laureati presso l’Università di Genova, studiano da più di trent’anni la storia della prima metà del Novecento, dedicando particolare attenzione alla Grande Guerra e collaborando con centri di ricerca italiani e stranieri, in particolare il CRID 14-18 francese e l’Accademia russa delle scienze. Per la Gaspari hanno pubblicato: Le fucilazioni sommarie nella Prima guerra mondiale (2004) e Fucilate i fanti della Catanzaro. La fine della leggenda sulle decimazioni della Grande Guerra (2007).                                                          Lo storico Alberto Monticone è autore della prefazione.

EDITORE                                                                La casa editrice Gaspari Editore di Udine è specializzata nella ricerca e pubblicazione di volumi e cartografie riguardanti la Prima guerra mondiale, in particolare sul Fronte italiano.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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