- di DINAMO in Hamburg
Ieri è iniziato il summit. Quasi contemporaneamente la polizia ha perso il controllo di larghe zone della città. Blocchi, attacchi, barricate, fuoco, cortei selvaggi, gas, forze speciali. La cronaca di 24 ore “eccezionali”.
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Sin dall’alba, Amburgo è stata attraversata da innumerevoli blocchi e cortei, dalle 4 dita del Block G20 all’azione di blocco del porto, dal corteo degli studenti agli attacchi ai centri commerciali come Ikea, che hanno di fatto ostacolato l’arrivo delle delegazioni e disturbato lo svolgimento del programma dei grandi. Da ogni parte della città, il centro congressi era circondato, nonostante le cariche di un dispiegamento di polizia e forze speciali senza precedenti.
Nel primo pomeriggio poi, da tutta la città, decine di migliaia di persone si sono date appuntamento a St. Pauli, per puntare verso la Filarmonica, dove si stava per tenere l’evento di gala del G20. Uno sciame volutamente non organizzato in modo classico, senza una testa riconoscibile, si è riversato lungo tutte le vie percorribili verso il fiume. Lì il corteo attaccava la polizia, qui bloccava le strade, tirando su barricate estemporanee e resistendo alle cariche.
L’imprevedibilità di questo fiume di corpi ha radicalmente messo in difficoltà l’apparato di polizia, che solo il giorno prima sembrava quasi impenetrabile. La gente di Amburgo e tutti quelli che hanno sfilato venendo da fuori si sono così ripresi la città, impedendo per tutto il pomeriggio, la sera e la notte che le forze dell’ordine riprendessero il controllo della situazione.
Subito dopo essersi ritirato dalla Filarmonica infatti, questo sciame ha continuato a presidiare le strade, diventando contagioso: dai giovani che attaccavano la polizia ai vecchi che la insultavano dai bar e dai balconi, Amburgo ha dimostrato di essere una città non normalizzabile.
Al calar della sera e fino a notte inoltrata gli scontri si sono estesi e lo scenario è diventato quello di una guerra proclamata dal basso. Intere zone, specialmente attorno agli storici spazi occupati della città, come il Rote Flora, sono state sottratte al controllo della polizia.
Ad ogni incrocio sono state costruite barricate, incendiate all’occorrenza e comunque presidiate da migliaia di persone. Sono stati praticati espropri. Alla polizia non basta nemmeno l’uso delle forze speciali con i mitra in bella mostra o dei militari sui blindati da guerra. Lo stato d’eccezione c’è, ma non è più quello stabilito dall’alto: è quello di una città libera che non accetta truppe di occupazione. Angela Merkel e il capo della polizia hanno fatto male i conti.
Ora già si prepara il grande corteo finale del controvertice.
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