La prima imbarcazione con bandiera italiana che si dirige verso le acque internazionali che uniscono le coste libiche a quelle italiane è in mare. È diretta lì dove negli ultimi quattro mesi sono morte oltre 800 persone.

È salpata ieri notte dal porto siciliano di Augusta la nave “Mediterranea”. Direzione: le acque internazionali che uniscono le coste libiche a quelle italiane.

La missione è stata lanciata da una rete di associazioni – tra cui Arci nazionale, Ya Basta di Bologna, la ONG Sea-Watch, il magazine online I Diavoli e l’impresa sociale Moltivolti di Palermo – ed è sostenuta da esponenti del mondo della cultura e del sociale. A bordo 11 persone, tra equipaggio, attiviste e attivisti, un team di soccorso e due figure che faranno da “testimoni” alle operazioni, il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto e alla scrittrice Elena Stancanelli.

Gli organizzatori, che hanno presentato il progetto in una conferenza stampa a Roma questo pomeriggio, definiscono quella di Mediterranea «un’azione non governativa e di disobbedienza morale» alle leggi razziste e alle politiche che producono morte. Secondo il fact checking di Matteo Villa, realizzato per l’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) e pubblicato pochi giorni fa, negli ultimi quattro mesi nelle acque internazionali tra Libia e Italia sono morte o risultano disperse 867 persone. Una media di oltre sette morti al giorno. Una persona su cinque tra quelle che hanno provato a raggiungere l’Europa. Numeri da brividi che raccontano la realtà di una strage silenziosa e continua, ben lontana dalla propaganda del governo gialloverde.

Mediterranea è la prima imbarcazione battente bandiera italiana impegnata in una missione di monitoraggio e denuncia e «per soccorrere, se necessario, chiunque rischi di morire in mare». Al momento, è anche l’unica nave che realizzerà operazioni di questo tipo in quel tratto di mare. Il ritiro della bandiera panamense alla nave Aquarius, in seguito alla pressioni italiane, infatti, la costringerà a rimanere ferma nel porto di Marsiglia, dove sta approdando. Ci sono poi due navi umanitarie ferme da mesi a Malta. Mentre Open Arms ha trasferito le sue operazioni nelle acque tra Marocco e Spagna.

Mediterranea è affiancata dalla nave Astral di Proactiva Open Arms e ha bisogno del sostegno materiale, simbolico e politico di tutti coloro che rifiutano di rimanere immobili davanti alla strage che il governo italiano e quelli europei stanno producendo nel Mare Nostrum. La missione ha aperto un crowdfunding per sostenere gli alti costi previsti dall’operazione. DINAMOpress seguirà tutte le operazioni di Mediterranea.

DINAMOpress 

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Un pensiero su ““Mediterranea” è salpata. Quando la legge produce morte, disobbedire è un dovere”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy