FRANCESCO CECCHINI

BANDIERA DELLA JUGOSLAVIA.
Il primo dicembre 1918, dopo la prima guerra mondiale , nacque il regno dei serbi, croati e sloveni. Durò fino al 1941. Risorse nel 1945, il 29 novembre,sotto il comando di Josip Broz Tito, come la Repubblica Federale di Jugoslavia che , ha dichiarato un socialista nel 1963. Questo progetto terminò agli inizi degli anni 90. Ora vi sono sette paesi indipendenti a vecchie discordie. Non vi è stata nessuna celebrazione per il centenario del Regno di Yugoslavia, ma per la Repubblica vi furono alcune manifestazioni, dichiarazioni. Per esempio sono apparse in alcuni luoghi scritte che che invocavano unità tanto da far pensare se esiste una jugonostalgia.
Al termine della seconda guerra mondiale Tito creò un Fronte Popolare, che nelle elezioni dell’11 novembre 1945 ottenne il 90.48%. Il 29 novembre venne proclamata la Repubblica Federale Democratica Popolare di Jugoslavia, controllata dal partito comunista che nel 1945 divenne Lega dei Comunisti. A diferenza di altri paesi europei i comunisti jugoslavi liberarono la Jugoslavia da soli e questo fatto diede loro una grande libertà d’azione. Uno dei risultati fu la Costituzione del 1946. Questa costituzione fu una delle più democratiche, stabilendo federalismo, bicameralismo, direzione collegiale dello Stato e ampi diritti per i cittadini. La Jugoslavia era formata da sei repubbliche federali, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia e da due regioni autonome Kossovo e Volvodina. I diriiti delle repubbliche e delle regioni autonome erano subordinati a quelli della Repubblica Federale e della Costituzione del 46. Il termine federale presupponeva autoderminazione, ma questo diritto riguardava indipendenza culturale edeconomica, ma non politica in quanto vi era stata l’adesione alla Repubblica federale. Le frontiere delimitavano le repubbliche, ma non i popoli; a parte la Slovenia abitata solo da sloveni, le altre repubbliche erano abitate da diversi popoli e nazionalità. La Costituzione del 46 fece una distinzione fondamentale tra “popoli” e “nazionalità”. I “popoli” sono costitutivi della Federazione e dispongono di luoghi, come gli sloveni, i croati, i serbi, i montenegrini, i macedoni, ma non di identità territoriale. Per esempio i serbi sono considerati “popolo” anche in Croazia, Montenegro e altre repubbliche. Sono invece considerati “nazionalità” gli italiani in Istria, gli ungheresi in Voivodina e altri che vivevano in repubbliche o in regioni autonome, che possedevano la nazionalità jugoslava, ma non potevano costituirsi in repubbliche federate. Va aggiunto che tre erano le lingue ufficiali riconosciute, il serbo-croato, lo sloveno e il macedone.
L’obiettivo di Tito era ottenere unità e fraternità, ma tutto questo fallì per vari fattori e ragioni: i rapporti con l’Unione Sovietica, l’autogestione, il sorgere di interessi nazionalisti e molto altro ancora. Va però riconosciuto il valore politico di Tito, basti pensare al suo ruolo nella fondazione e sviluppo nel movimento dei non allineati. Anche il modello di società multiculturale e multietnica che progettò ha un valore storico e per certi aspetti può essere ancora un modello.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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