اطفال اليمن ضحية العنجهية السعودية

Lo Yemen rimane sull’orlo del precipizio di una carestia su larga scala

Di Vijay Prashad

18 dicembre 2018

Il 14 dicembre, Martin Griffiths, inviato speciale dell’Onu per lo Yemen, ha informato il Consiglio di sicurezza dell’ONU dei colloqui che si erano appena conclusi in Svezia il giorno precedente. Griffiths, seduto davanti a un grande logo delle Nazioni Unite in Giordania, ha parlato,  per video a un Consiglio che non era stato in grado di spostare un’agenda efficace per porre fine alla brutale guerra in questo paese impoverito.

Griffiths, che ha lavorato su ogni tentativo fallito dell’ONU in Siria negli scorsi dieci anni, era stato nominato in questo carica soltanto a febbraio, subito dopo che Ismail Ould Cheikh Ahmed della Mauritania aveva rinunciato all’impossibile impiego che aveva tenuto dall’aprile 2015 al febbraio 2018. Nessuna numero di discorsi era stato in grado di riunire le parti. Nessun numero  di dialoghi aveva convinto l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti a fermare il violento bombardamento del paese. E nessuna pressione ha spinto gli Stati Uniti e il Regno Unito a smettere di fornire assistenza logistica e militare ai sauditi e agli Emirati.

Non c’è stato nessun vero accordo in Svezia. In Yemen c’è stata perplessità riguardo a ciò che sta accadendo. Haykal Bafana, un avvocato che vive a Sanaa, capitale dello Yemen, mi ha detto: “Mi resta poco chiaro quali siano i veri termini dell’accordo di cessate il fuoco, o anche se un accorso è stato reciprocamente deciso.” Griffiths ha detto al Consiglio di Sicurezza praticamente la stessa cosa, ma con delle parole che indicavano speranza. L’accordo non pone fine ai combattimenti, ha detto. Una prova della “soluzione umanitaria temporanea” è che tutte le parti sono d’accordo a permettere l’aiuto umanitario tramite l’ancora di salvezza dello Yemen,  cioè il porto di Hudaydah. “La prospettiva terrificante delle carestia,” ha detto Griffiths, “ha reso urgente e necessaria la soluzione di Hudaydah.

Terrificante prospettiva  di carestia   

L’idea dello Yemen come “terribile tragedia” è stata ampliata per i membri del Consiglio di sicurezza, da Mark Lowcock, che gestisce gli affari umanitari per le Nazioni Unite. Un nuovo studio dimostra la “terribile tragedia” nella sua portata totale: il 67% della popolazione dello Yemen ha necessità di una “azione urgente per salvare le vite e i mezzi di sostentamento. Questo significa che 20 milioni di yemeniti sono vulnerabili alla morte.” Un quarto di milione di questi yemeniti sono “sull’orlo della fame”.

Lo studio fa notare che “il conflitto armato rimane il principale motore dell’insicurezza alimentare nello Yemen”. Questo è una cosa  ovvia, ma è necessario dirla. La guerra allo Yemen deve finire per impedire la quasi morte del popolo yemenita.

L’accordo in Svezia è stato firmato venerdì. Entro sabato sera e per tutta la domenica, il porto cruciale di Hudaydah è stato colpito da attacchi aerei condotti da jet sauditi e  degli Emirati. Sparatorie si sono estese in tutta la città. Non passerebbero neanche 24 ore per preservare la pace. Un alto funzionario delle Nazioni Unite mi ha detto che tali accordi non entrano in vigore immediatamente. Cu vuole tempo perché si assestino. stabilirsi. La data ufficiale per l’inizio del cessate il fuoco è martedì 18 dicembre. Ma lo Yemen non ha tempo. La quasi carestia è brutta come la carestia. L’annientamento dello Yemen rimane scritto nel destino.

Hisham al-Omeisy, il preminente analista politico di base in  Yemen, mi ha detto che sia l’Arabia Saudita che gli Emirati Arabi Uniti “a questo punto sono propensi alla violenza, ma nessuno dei due vuole essere accusato di voler vanificare gli accordi che si sono realizzati ​​tramite immense pressioni internazionali”.

C’è una massiccia “ondata globale di malcontento pubblico, ”ha detto al-Omeisy.    Hudaydah sarà la vera cartina di tornasole per il successo della situazione.

Il Senato degli Stati Uniti interviene

Il giorno prima che terminassero i colloqui in Svezia, il Senato degli Stati Uniti ha votato per porre fine all’aiuto degli Stati Uniti all’Arabia Saudita e ai suoi alleati (compresi gli Emirati Arabi Uniti) nella loro guerra contro lo Yemen. La legge è stato sponsorizzato da Bernie Sanders, il socialista del Vermont. Grazie alle pressioni del movimento pacifista statunitense – compreso Code Pink – e della diaspora yemenita – come il professor Shireen Al-Adeimi- 56  senatori hanno sono stati d’accorso che gli Stati Uniti non devono sostenere questa guerra. Questa è una dichiarazione molto importante per le capitali del Golfo. È da vedere se anche il Regno Unito farà una dichiarazione del genere.

Ma – e qui c’è sempre un ma – come faranno in modo specifico gli Stati Uniti ad essere sicuri che la loro vasta assistenza militare all’Arabia Saudita non venga deviata verso la guerra in Yemen? Tra il 2013 e il 2017, l’Arabia Saudita ha acquistato $ 9 miliardi di dollari di armi americane, di cui  una  parte sostanziale è utilizzata  in  Yemen.

Inoltre, il giornalista Samuel Oakford ha documentato i modi in cui gli Stati Uniti hanno sostenuto, in modi relativamente anonimi, lo sforzo bellico. Recentemente, Oakford e Ryan Goodman (un avvocato che in precedenza  lavorava per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti) hanno scoperto che i Sauditi e gli Emirati dovevano agli Stati Uniti 331 milioni di dollari per i servizi di rifornimento di carburante per la loro guerra  allo Yemen. Molti altri servizi di questo tipo sono senza dubbio nascosti. .

Il voto al Senato degli Stati Uniti invia un messaggio forte, ma resta da vedere  se avrà un impatto sugli intrecci tra le forze armate statunitensi e quelle dei Sauditi. Richiederà una notevole vigilanza da parte del Senato degli Stati Uniti per essere sicuri che la collaborazione non sia in corso. Nessuna brama è disponibile nell’amministrazione Trump, che è desiderosa di continuare a sostenere il regime saudita indipendentemente dai crimini di guerra e dai crimini contro l’umanità.

I pacieri

Come parte del processo delle Nazioni Unite, Griffiths ha annunciato al Consiglio di sicurezza che una squadra di pacieri dell’Onu arriverà in Yemen questa settimana. Saranno guidati dal maggiore generale olandese in pensione, Patrick Cammaert,  che è stato in precedenza in diverse missioni ONU.

Di recente, Cammaert ha guidato la squadra per indagare sul fallimento di una forza della pace delle Nazioni Unite che opera per mantenere la pace per proteggere i civili nel Sud Sudan. Il rapporto di Cammaert ha criticato la missione per la sua “reazione caotica e inefficace” durante i combattimenti a Juba, nel Sud Sudan, nel luglio 2016. Sulla base del rapporto, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha licenziato il comandante della forza.

Quando le donne sono state aggredite alla luce del sole, di fronte alle truppe ONU, queste non hanno fatto nulla per intervenire. Il rapporto di Cammaert ha nascosto questo aspetto dell’indagine. Egli è, come dicono i funzionari dell’ONU, fieramente leale all’ONU e in particolare al mantenimento della pace operato dalle Nazioni Si spera che la sua lealtà verso l’istituzione non faccia perdere di vista alla nuova missione il suo più ampio obiettivo: assicurarsi che l’accordo su Hudaydah regga.

Haykal Bafana si preoccupa per l’ingresso della forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite. “Composto da truppe straniere”, mi ha detto, la forza “sarà una nuova dinamica pericolosa che potrebbe proprio iniziare una guerra completamente nuova nello Yemen”. Ci sono così tante armi in Yemen, così tanto più caos possibile.

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Complicazioni

L’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti hanno ancora un sacco di soldi che hanno usato generosamente attraverso il sistema delle Nazioni Unite, aiutando a finanziare varie operazioni di soccorso.Perfino ora, l’inviato dell’ONU Griffiths ha dovuto ringraziare l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti – in maniera bizzarra – per le loro iniezioni di valuta straniera per stabilizzare il rial dello Yemen e per i loro finanziamenti per gli aiuti i favore dello Yemen. marzo, i Sauditi e gli Emirati hanno dato quasi un miliardo di dollari statunitensi all’ONU, con l’architetto della guerra tra Sauditi ed Emirati, mentre il principe ereditario Mohammed bin Salman, che sta dalla parte del Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, sorrideva a Ginevra, sorridendo l’assegno veniva consegnato.

I Sauditi e gli Emirati bombardano lo Yemen e poi aiutano a finanziare il soccorso.

C’è poco spazio di manovra nel sistema delle Nazioni Unite per essere critici nei confronti dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti.

Cina e Yemen

La Cina ha detto per molto tempo che vuole che la guerra finisca. La guerra ha interrotto le ambizioni della Cina di spostare il progetto Una Cintura, una Strada nel Golfo, avendo lo Stretto di Bab el-Mandeb  come tragitto principale per il movimento delle merci cinesi e del petrolio del Golfo. La Cina oscilla nelle sue opinioni sul conflitto – da una parte prendendo posizione sulla riguardo alla guerra e dall’alta dicendo che vuole semplicemente la stabilità in Yemen. All’inizio della guerra, la Cina ha fatto pressioni sul Pakistan per non affinché non inviasse truppe in Yemen per combattere per i Sauditi. In seguito, poi,  è sembrato che la Cina appoggiasse il procuratore dei Sauditi, cioè l’ex Presidente yemenita Abdrabbuh Mansur Hadi. La Cina ha richiesto un accordo di pace a guidato dallo Yemen e di proprietà yemenita. L’accordo in Svezia è l’inizio di un tale processo, dicono i funzionari cinesi.

Il Rappresentante Permanente all’ONU, Ma Zhaouxu, ha detto che il cessate il fuoco deve  essere mantenuto e che allo Yemen deve essere impedito un ulteriore crollo. Un decennio fa, i Cinesi hanno cercato di non coinvolgersi nelle complicazioni politiche di tali crisi. Anche il mantenimento della pace no va bene. C’erano dei pacieri cinesi a Juba, quando l’ONU non ha agito per proteggere i civili.

Ora la Cina è molto più ansiosa di affermarsi in tutta l’Asia Occidentale, perfino in Yemen. A Pechino, i funzionari non dicono più che faranno tutto il possibile per aiutare a proteggere il futuro dello Yemen. Il Ministro degli Esteri della Cina e suo portavoce ha detto: “Siamo disponibili a continuare a svolgere un ruolo costruttivo per risolvere il problema dello Yemen.” Si deve vedere se la Cina può usare la sua considerevole influenza in Arabia Saudita per far giungere a conclusione questa guerra. Certamente i Cinesi – al contrario degli Stati Uniti – hanno molti più motivi di vedere la fine della guerra. Non sono in debito verso gli Israeliani o paranoici riguardo all’Iran. Il punto di vista cinese è semplice: la guerra è una cosa dannosa per gli affari e per la vita. Sul serio.

Nella foto: bambini protestano contro la coalizione guidata dai Sauditi, davanti agli uffici dell’ONU a Sanaa.

Questo articolo è stato prodotto da Globetrotter, un progetto dell’ Independent Media Institute.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/yemen-remains-on-the-precipice-of-a-large-scale-famine

Originale: The Independent Media Institute

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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