di Mark Weisbrot

Washington ha cercato di rovesciare il governo del Venezuela per almeno 17 anni, ma l’amministrazione Trump ha operato una virata più apertamente aggressiva dei suoi predecessori. La settimana scorsa dirigenti dell’amministrazione hanno accelerato i loro sforzi ungendo il loro successore prescelto al presidente venezuelano Nicolas Maduros Moros prima di un qualsiasi colpo di stato. Il trentacinquenne membro venezuelano del Congresso Juan Guaidó ha annunciato di essere ora presidente e l’amministrazione Trump, assieme a governi alleati, lo ha immediatamente riconosciuto, coerentemente con un piano organizzato in precedenza.

E’ chiaro che l’obiettivo del presidente Donald Trump è il cambio di regime: la sua amministrazione non cerca neppure di nasconderlo. E i suoi alleati, come il vicepresidente Mike Pence e il senatore Marco Rubio (Repubblicano, Florida) hanno da tempo reso evidenteche cosa stanno cercando.

Sarebbe un errore terribile proseguire su questo percorso. Le politiche di Trump non hanno fatto che aggravare la sofferenza dei venezuelani e reso quasi impossibile al paese tirarsi fuori dalla sua prolungata depressione economica e iper-inflazione.

Per risolvere il conflitto politico in Venezuela è necessaria una soluzione negoziata e tuttavia l’impegno dell’amministrazione Trump a un cambio di regime extralegale sta rapidamente precludendo questa opzione. Peggio ancora, l’evidente strategia di Trump consiste nell’accrescere la sofferenza mediante sanzioni – altre delle quali sono state appena annunciate – fino a quanto una frazione dell’esercito attui un colpo di stato per creare un nuovo governo amico di Washington.

La correttezza delle elezioni presidenziali del 2018, che l’opposizione ha boicottato, è discutibile ma i problemi principali della strategia del cambio di regime hanno a che fare con altre considerazioni. Il Venezuela è un paese polarizzato e rovesciare il governo – anche se Washington non fosse implicata nella lotta – non farebbe che accrescere tale polarizzazione e le possibilità di una maggiore violenza o persino di una guerra civile.

Si consideri l’esempio del Nicaragua, dove nel 1990 i sandinisti di sinistra e i loro avversari appoggiati dagli Stati Uniti hanno concordato di risolvere le differenze mediante elezioni. Le parti avevano dovuto concordare su certe condizioni in modo che i perdenti non fossero perseguitati: i sandinisti hanno mantenuto il controllo dell’esercito dopo aver perso le elezioni e la pace è stata conservata.

Questo genere di compromessi necessari sarebbe impossibile nell’ambito della strategia di cambio di regime perseguita dall’amministrazione Trump.

Il Venezuela è polarizzato su linee politiche e lo è da quando Hugo Chavez è stato eletto presidente nel 1998 e ha lanciato la sua Rivoluzione Bolivariana. Il tentativo dell’opposizione di rovesciare Chavez con un colpo di stato militare nel 2002, assistito e favorito da dirigenti dell’amministrazione di George W. Bush, nonché la vacillante volontà della dirigenza dell’opposizione di accettare i risultati di elezioni democratiche in anni successivi hanno preparato il terreno per molti anni di diffidenza.

La polarizzazione politica del Venezuela, tuttavia, si interseca anche con un grande abisso che permea la maggior parte delle società latinoamericane: una divisione di classe e di razza. Come nella maggior parte delle Americhe le due cose sono correlate. Nelle proteste dell’opposizione che si sono verificate nel decennio scorso si potevano vedere queste differenze negli abiti indossati dai dimostranti filo e antigovernativi e dal colore della loro pelle. Le folle dell’opposizione e i loro leadererano considerevolmente più bianchi e di gruppi a reddito più elevato rispetto ai venezuelani che appoggiavano il governo. Nelle proteste più recenti c’è stato un aumento di azioni antigovernative in aree povere e della classe lavoratrice di Caracas, ma la divisione di classe e di razza tra i chavisti e l’opposizione non è scomparsa.

Un’altra linea della polarizzazione venezuelana sta nella fede nella sovranità e nell’autodeterminazione. I chavisti hanno fatto dell’indipendenza dagli Stati Uniti un pezzo forte del loro programma e il loro governo, quando aveva fondi, ha perseguito politiche nell’emisfero che cercavano maggiore indipendenza anche per la regione. L’opposizione e i nemici dei governi chavisti, per contro, hanno collaborato strettamente con il governo statunitense negli ultimi due decenni, come si può vedere nel coordinamento di quest’ultimo tentativo di colpo di stato. L’intervento di Washington aggrava la polarizzazione lungo le linee della sovranità ed espone l’opposizione ad accuse di allineamento con una potenza straniera, e una potenza che ha svolto storicamente un ruolo terribile nella regione. Per comprendere l’animosità che ciò creerebbe si pensi a quanto male è stato generato negli USA dall’intervento russo nelle elezioni presidenziali del 2016 e lo si moltiplichi di alcuni ordini di grandezza.

L’impatto polarizzante dell’operazione di cambio di regime di Trump è ciò che rende il tutto così pericoloso. L’inflazione è probabilmente superiore a un milione per cento l’anno e si stima che l’economia si sia contratta di un record latinoamericano del 50 per cento negli ultimi cinque anni. Milioni hanno lasciato il paese in cerca di lavoro. L’opposizione avrebbe quasi certamente vinto le ultime elezioni presidenziali se vi avesse partecipato. (Per la storia, risulta che gli USA abbiano minacciato un candidato dell’opposizione che aveva effettivamente partecipato, Henri Falcon, di sanzioni finanziarie personali se si fosse candidato a presidente).

Anche se le politiche economiche del governo hanno avuto un ruolo nei mali del Venezuela, le sanzioni di Trump hanno reso le cose considerevolmente peggiori dall’agosto del 2017, decimandol’industria petrolifera e aggravando la penuria di medicinali che ha ucciso molti venezuelani. Le sanzioni di Trump hanno anche reso quasi impossibile al governo assumere le misure necessarie per uscire dall’iper-inflazione e dalla depressione.

Anche se i media statunitensi tacciono sulla questione è importante notare che le sanzioni di Trump sono sia violentemente immorali – di nuovo, uccidono persone – e illegali. Sono vietate in base alla Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani, alla Carta delle Nazioni Unitee ad altre convenzioni internazionalisottoscritte dagli Stati Uniti. Le sanzioni violano anche la legge statunitense, poiché il presidente degli Stati Uniti per imporre tali misure deve dichiarare, assurdamente, che il Venezuela costituisce “un minaccia inconsueta e straordinaria alla sicurezza nazionale” degli Stati Uniti.

Il Venezuela non può uscire da questa crisi politica con una parte che sbaraglia l’altra, come presumono i promotori del cambiamento di regime. Il Vaticano ha svolto un ruolo da mediatore nel 2016 e Uruguay e Messico – che sono rimasti neutrali nel conflitto politico – hanno offerto questa settimana di contribuire a mediare. Ma la squadra di Trump ha una forte influenza sull’opposizione e sinora non ha mostrato alcun interesse a una soluzione pacifica.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  https://zcomm.org/znetarticle/the-u-s-helped-push-venezuela-into-chaos/

Originale: The Intercept

traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy