Il ruolo centrale degli estremisti di destra e dei veri e propri neonazisti avuto nelle proteste ucraine dell’“Euromaidan” era ovvio sin dall’inizio. La piazza di Kiev in cui si sono svolte le proteste è stata riempita con le bandiere del partito di estrema destra Unione Pan-Ucraina “Svoboda” [Libertà] e con gli stendardi rossi e neri del movimento neonazista Settore Destro.

I media occidentali non hanno mai controllato chi fossero questi partiti e milizie politiche che guidavano le proteste, e spesso le violenze, che alla fine hanno rovesciato il governo ucraino nel 2014. Si è trattato di un deliberato tentativo di ritrarre le proteste come spontanee e popolari piuttosto che come gli sforzi di estremisti marginali.

Dal colpo di Stato organizzato dalla NATO nel 2014, gli estremisti di destra e i neonazisti hanno avuto un ruolo crescente nel governo ucraino. Dal ricoprire cariche pubbliche a riempire i ranghi delle unità militari regolari e irregolari con i loro membri, la situazione è così grave che molti di coloro inizialmente coinvolti nel coprire il loro ruolo nelle proteste di Euromaidan ora stanno parlando.

Ian Bond del Centro per la Riforma Europea (CER), un think-tank finanziato da alcuni dei maggiori interessi societari transatlantici, avrebbe pubblicato di recente [tutti e tre i link in inglese] sui social media che:

L’Ucraina deve cacciare queste persone dal Ministero degli Interni, dalla polizia e da altre strutture ufficiali. Non faranno che aiutare la Russia, rafforzando la sua propaganda sull’influenza nazista a Kiev, invece che aiutare l’Ucraina – indipendentemente da qualsiasi atto meritorio che l’Azov abbia compiuto in prima linea.

Anche se Bond lo ammette, tenta ancora di salvare l’“Azov” (Battaglione Azov), una milizia neo-nazista pesantemente armata, ora formalmente incorporata nella Guardia Nazionale dell’Ucraina.

Anche se si tenta di negare la presenza di neonazisti nell’attuale governo e nelle forze militari ucraine, anche la politica ufficiale degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina riflette la loro presenza e gli evidenti pericoli (o almeno gli inconvenienti politici) che essi pongono.

Articoli come “La Guardia Nazionale decide di non dare armi americane al Reggimento Azov su richiesta degli Stati Uniti” [in inglese], illustrano chiaramente a Washington la consapevolezza dei pericoli/inconvenienti politici di un altro dei suoi regimi clientelari sparsi in tutto il mondo che si mescola con alcuni degli elementi più sgradevoli nella società di quella nazione.

Come ha notato Ian Bond del CER, il Battaglione Azov ha ottenuto buoni risultati in “prima linea”. Proprio come le organizzazioni terroristiche in Siria, tra cui il Fronte al-Nusra e l’autoproclamato “Stato Islamico” (IS) si sono dimostrate le forze più capaci nella guerra americana per procura contro Damasco, i neonazisti si stanno dimostrando i più fedeli e devoti adepti di Washington nel continuo confronto con la Russia.

È chiaro che, nonostante la politica “ufficiale” degli Stati Uniti di non armare o addestrare le milizie neonaziste in Ucraina, il fatto è che il governo ucraino, che gli Stati Uniti armano e addestrino, arma e addestra a sua volta milizie come il Battaglione Azov, rendendo la politica americana semplice vetrina.

Di nuovo, gli Stati Uniti armano e sostengono i governi dell’Arabia Saudita e del Qatar, che a loro volta stanno armando e finanziando organizzazioni terroristiche designate tali dagli Stati Uniti, e ciò rivela il fatto che Washington sostiene con entusiasmo questi gruppi militanti, sostegno che viene semplicemente “riciclato” attraverso i suoi intermediari del Golfo.

Il vero problema

Il vero problema non è che le organizzazioni politiche e armate neo-naziste ucraine stanno ottenendo potere, è che Washington teme di vedersi apertamente associata ad esse, e persino intenta a sostenerle.

Proprio come gli Stati Uniti hanno fatto una sorta di danza geopolitica in Siria, a volte circondando l’IS e al-Nusra, e altre volte proteggendoli apertamente dalla distruzione, tentando di fingere di combatterli pur preservando chiaramente la loro capacità di combattimento, gli Stati Uniti si preparano ad esibirsi in un ballo simile in Ucraina.

Commenti come quello di Ian Bond del CER, e altre campagne di propaganda avviate dalla NATO volte a mettere in evidenza e condannare il flagello neo-nazista in crescita in Ucraina, non porteranno a cambiamenti visibili nella politica USA o NATO. Dietro le quinte, tuttavia, si tenterà di offuscare ulteriormente i canali alimentati da Washington che fanno arrivare armi, formazione e fondi a gruppi come il Battaglione Azov e Settore Destro.

Il vero problema è che Washington non ha partner credibili nel suo “progetto Ucraina”. Quelli come l’Azov e i suoi sostenitori a Kiev hanno sempre accresciuto il loro potere in un’atmosfera di corruzione, sovversione sostenuta dall’estero e politiche controproducenti decise a Washington e volte a ferire la Russia, indipendentemente dai danni accumulati dalla stessa Ucraina.

Nascondere il potere crescente di questi estremisti, compresi i neo-nazisti, è il vero problema di Washington (e dei suoi partner europei), non affrontare la crescente minaccia del nazismo in Ucraina in alcun modo significativo.

Proprio come la politica di Washington di sostenere i terroristi in Siria mentre faceva finta di combatterli era del tutto insostenibile, così lo sono le sue attuali politiche sull’Ucraina. A differenza della minaccia del terrorismo attraverso organizzazioni come Al-Qaida e le sue numerose affiliate, il nazismo è una piaga universalmente biasimata e ben conosciuta, che continuerà a contaminare qualsiasi residuo della reputazione dell’America nella comunità internazionale, una comunità della quale si atteggia a leader unilaterale, ma che non dimostra nessuna delle qualità associate all’effettiva leadership globale.

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Articolo di Ulson Gunnar pubblicato su Land Destroyer il 9 marzo 2019
Traduzione a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

[le note in questo formato sono del traduttore]

http://sakeritalia.it/ucraina/i-neonazisti-ucraini-accumulano-potere-e-diventano-improvvisamente-un-problema/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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