Desaparecidos italiani in America Latina


Francesco Cecchini


È stata ribaltata in appello la sentenza per il cosiddetto “Piano Condor”. La prima Corte d’assise d’appello di Roma, infatti, ha inflitto 24 ergastoli ad ex capi di Stato ed esponenti delle giunte militari e dei servizi di sicurezza di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay in carica tra gli anni ’70 e ’80, accusati di aver realizzato in quel periodo una repressione ai danni degli oppositori, tra i quali 23 italiani. Nello specifico, gli imputati erano accusati di omicidio volontario pluriaggravato. Nella sentenza di primo grado del gennaio 2017, c’erano state 8 condanne all’ergastolo, 19 assoluzioni e sei proscioglimenti. Tra coloro che sono stati condannati al carcere a vita ci sono l’ex ministro dell’Interno della Bolivia, Luis Arce Gomez, l’ex presidente del Perù, Francisco Morales Bermudes, l’ex ministro degli Esteri dell’Uruguay, Juan Carlos Blanco (assolto per solo uno dei capi d’imputazioFernandez ne), e il tenente di vascello Jorge Nestor Troccoli, già a capo del sistema di repressione della Marina militare uruguaiana, unico a vivere in Italia dopo essere scappato dal suo Paese (in primo grado era stato assolto). Nel corso della sua requisitoria il Procuratore Generale Mollace ha sostenuto che i ventiquattro imputati sono tutti responsabili e che la sentenza emessa in primo grado non rende affatto giustizia alle molte vittime: “La Corte dassise non ha fatto buon uso di documenti e testimonianze e per questo dovete porre rimedio e colmare il gap tra la storia reale descritta dal processo e quella derivata dalla sentenza di primo grado che non ha fatto giustizia alle vittime, né allansia di libertà di quei popoli che pensavano di affacciarsi alla democrazia e invece sono stati annichiliti”. Secondo Mollace i 24 imputati hanno “contribuito a un piano che ha portato a una devastante opera di sterminio delle opposizioni. Un piano in cui leliminazione fisica del sovversivo era prevista fin dallinizio.
ORA GIUSTIZIA E’ FATTA. NON DIMENTICARE, NON PERDONARE!
Il link con il precedente articolo pubblicato su Ancora fischia il Vento è il seguente:
https://www.ancorafischiailvento.org/2019/05/14/uruguay-presenta-i-propri-argomenti-conclusivi-nel-processo-per-il-piano-condor/

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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