La battaglia della Cina contro il nuovo coronavirus prosegue senza interruzione alcuna. Pechino, in risposta a un contagio sempre più massiccio – gli ultimi bollettini parlano di oltre 31mila contagiati, di cui 4.800 in gravi condizioni, e 636 morti – ha stretto le maglie della quarantena nella “zona rossa”, l’area da cui è partita la diffusione del 2019-n-Cov.
Wuhan, epicentro del disastro sanitario nazionale (anzi: quasi globale), prima dell’apocalisse era una megalopoli attiva, contava 11 milioni di abitanti ed era un hub logistico chiave nella mappatura dei trasporti cinesi. Già, perché il capoluogo della provincia dello Hubei era situato proprio in mezzo all’incrocio di due importantissime direttrici autostradali: sulla nord-sud, la “città infetta” è a metà strada della tratta che collega la capitale Pechino a Hong Kong, mentre sulla tratta est-ovest è in mezzo alla Shanghai-Chengdu
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