Mentre diminuiscono le denunce di infortuni sul lavoro, aumentano le morti bianche: a gennaio 2020 sono diminuite del 3% le denunce di incidenti sul posto di lavoro rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma sono aumentate quelle riguardanti i casi mortali, arrivate a 52 nel primo mese dell’anno, contro le 44 di gennaio 2019. Lo affermano i dati dell’Inail.
di Annalisa Girardi
A gennaio 2020 sono diminuite le denunce di infortuni sul lavoro rispetto allo stesso mese dello scorso anno, ma sono aumentate le denunce per i casi mortali. Lo affermano i dati dell’Inail che hanno analizzato le denunce di infortunio presentate nel primo mese del 2020: queste sono state 46.483, cioè il 3% in meno rispetto a gennaio 2019. In termini numerici si tratta di un calo di 1.400 casi, paragonati ai 47.908 di un anno fa. Tuttavia, si sono registrate 52 morti bianche, in aumento del 18,2% sul 2019. Al contrario, in diminuzione anche le denunce riguardanti le patologie di origine professionale: con il 5,6% in meno, si sono registrati 4.634 casi.
Per quanto riguarda le denunce di infortunio, sul sito dell’Inail si legge: “I dati rilevati al 31 gennaio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 41.475 a 40.712 (-1,8%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 10,3%, da 6.433 a 5.771”. Si segnala inoltre, che il calo più importante sia avvenuto nel settore dell’industria e dei servizi: una diminuzione più contenuta ha riguardato invece l’agricoltura, “mentre nel Conto Stato si registra un aumento dell’1,9%”.
Diminuiscono le denunce di infortunio sul lavoro
Il calo di denunce di infortunio, a livello geografico, ha riguardato in modo sostanzialmente uniforme tutto il Paese: “Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano il Molise, la Sardegna e la Valle d’Aosta, mentre gli incrementi sono circoscritti a poche regioni, prime fra tutte Puglia, Campania e Friuli Venezia Giulia”. La riduzione ha interessato sia la componente di lavoratori maschile che quella femminile e praticamente tutte le fasce d’età, “a eccezione di quella degli under 20, che registra un +4,2%”. Per quanto riguarda gli infortuni, il report conclude: “La diminuzione ha interessato solo i lavoratori italiani (-4,0%), mentre quelli comunitari ed extracomunitari hanno presentato incrementi pari, rispettivamente, al +8,0% e +1,0%”.
Ma aumentano gli incidenti con esito mortale
Invece, sui casi mortali, l’Inail sottolinea che con 52 decessi le vittime di infortuni nel lavoro siano aumentate rispetto alle 44 registrate nel primo mese del 2019. “L’aumento ha riguardato tutte le gestioni: Industria e servizi (da 39 a 43 denunce), Agricoltura (da 5 a 7) e Conto Stato (da 0 a 2)”, si legge. Per quanto riguarda la geografia delle morti bianchi l’Inail specifica: “Dall’analisi territoriale emerge un aumento di cinque casi mortali nel Nord-Est (da 9 a 14), di tre al Centro (da 9 a 12) e di uno sia al Sud (da 8 a 9) che nelle Isole (da 4 a 5). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un calo di due casi (da 14 a 12), complici soprattutto i sette casi mortali in meno registrati in Lombardia (da 10 a 3)”. L’aumento registrato riguarda in particolare la componente maschile. Infine, sono in “aumento le denunce dei lavoratori italiani (da 29 a 43), mentre i decessi dei comunitari sono stati cinque in entrambi i periodi e quelli dei lavoratori extracomunitari sono diminuiti da 10 a 4”.
“Un dato inaccettabile”
Il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, commentando i dati diffusi oggi dall’Inail, ha dichiarato in una nota: “Esprimiamo grande preoccupazione per i dati diffusi dall’Inail riguardo agli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, che nel mese di gennaio 2020 sono in aumento del 18,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Purtroppo, questo incremento ha riguardato tutti i settori, come l’industria, i servizi, l’agricoltura. Quasi ogni giorno, in tutta Italia si verificano incidenti mortali sul lavoro ed è un dato inaccettabile in un Paese civile come il nostro. Per questo, l’UGL è impegnata con grande determinazione con la manifestazione ‘Lavorare per vivere’, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste fenomeno delle ‘morti bianche’. Un’attenzione che, ci auguriamo, riesca a far capire che c’è assoluto bisogno di più formazione e che la sicurezza rappresenta un diritto per tutti i lavoratori e un dovere per chi deve garantirla”.