Attenzione che quel topolino di Zaia in fondo sta stanando tutti i razzisti, li sta mostrando al resto del mondo per quello che sono e finalmente racconta quanto sia inguardabile quella classe dirigente. Dimostra quanto i leghisti siano in difficoltà ogni volta che viene richiesta responsabilità nel governare e prudenza nelle parole. Con una sola frase Zaia ha mandato in fumo milioni di euro che la sua regione spende per promuoversi nel mondo.

di Giulio Cavalli

Attenzione a non sottovalutare il topolino di Zaia, quel topo che Zaia asserisce essere il cibo preferito dei cinesi, da vivo, dice che li abbiamo visti tutti i cinesi mentre si infilano il ratto nel piatto e poi lo mangiano così fresco da essere sushi. Attenzione che quel topolino di Zaia in fondo sta stanando tutti i razzisti, li sta mostrando al resto del mondo per quello che sono e finalmente racconta quanto sia inguardabile quella classe dirigente.

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, è da sempre considerato un leghista addirittura moderato, uno di quelli che non ha bisogno di sbraitare cretinate per farsi notare e la sua ultima uscita sull’edilità dei topi invece dimostra quanto i leghisti siano in difficoltà ogni volta che viene richiesta responsabilità nel governare e prudenza nelle parole. Con una sola frase Zaia ha mandato in fumo milioni di euro che la sua regione spende per promuoversi nel mondo, con buona pace delle aziende che da sempre lavorano per aumentare la propria credibilità internazionale e il proprio mercato.

È un’azione simile a quella del presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana mentre indossa (piuttosto goffamente, tra l’altro) una mascherina in un video che sta facendo il giro del mondo: mentre si cerca di tranquillizzare il mondo sulla Lombardia il presidente regionale si mette a fare la macchietta spaventata. Giudicate voi.

Zaia e Fontana sono considerati le punte di diamante della classe leghista (Salvini intanto briga per fare cadere il governo, sempre a proposito di responsabilità) eppure entrambi vengono da esperienze politiche locali (come nel caso di Fontana) o di ben poca eccellenza (come nel caso di Zaia).

La risposta dell’ambasciata cinese non lascia dubbi: “In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l’epidemia, un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite  che ci lasciano basiti. Ci consola il fatto che moltissimi amici italiani non sono d’accordo con tali affermazioni e, anzi, le criticano fermamente. Siamo convinti che le parole di un singolo politico non rappresentino assolutamente il sentire comune del popolo italiano, un popolo civile e nostro amico.
Il nuovo coronavirus è un nemico comune, che richiede una risposta comune. In un momento così difficile, è necessario mettere da parte superbia e pregiudizi, e rafforzare la comprensione e la cooperazione al fine di tutelare la sicurezza e la salute comune dell’umanità intera”.

E allora sia lodato il topolino di Zaia che finalmente li stana tutti: razzisti, incapaci, fragorosi populisti e sciacalli del Coronavirus. Bisognerà vedere se loro, quelli, faranno la fine del topo.

https://www.fanpage.it/attualita/il-topo-di-zaia-e-la-sintesi-di-una-realta-abbiamo-una-classe-dirigente-impresentabile/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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