Riduzione dell’orario di lavoro, reddito minimo universale, economia circolare e sostenibile, sono cambiamenti possibili oltreché necessari, ma questa rivoluzione non ci sarà
La crisi sanitaria causata dal Covid 19, il crollo del Pil e l’incremento abnorme del debito pubblico potrebbero essere l’inizio di un mutamento radicale nei rapporti sociali. In questi mesi ci siamo resi conto che senza l’abnegazione degli operatori sanitari non ci sarebbero state cure per tutti. Ed ancora, se i lavoratori rimangono a casa l’economia crolla. Niente produzione e niente ricchezza. Tutto finisce.
La pandemia ci ha insegnato che nessuno può essere lasciato da solo. Questo principio di solidarietà dovrebbe essere alla base della società post-Coronavirus. Per realizzare questa ‘rivoluzione’ è indispensabile ripartire dal lavoro e dalla giustizia sociale. Non è più accettabile che ci siano pochi individui ‘straricchi’ e miliardi di persone che vivono in povertà. Non ora, almeno, dopo aver constatato la fragilità della vita e le difficoltà che l’uomo deve affrontare quotidianamente.
E non ci potrà essere crescita economica e sociale se gli ultimi continueranno ad essere ultimi e se non ci sarà la consapevolezza che al centro dello sviluppo umano non c’è il capitale, ma il lavoro ed i lavoratori. Le soluzioni, se si vuole, ci sono e sono semplici: ridurre l’orario settimanale di lavoro per garantire a tutti un’occupazione dignitosa ed un reddito minimo universale per eliminare la piaga della povertà e della miseria. Oggi tutto questo è possibile. Le nuove tecnologie ci permettono di produrre di più e meglio, ma poi è necessario distribuire la ricchezza creata in modo equo.
Le grandi crisi economiche e sanitarie possono essere un’opportunità per ridurre le ingiustizie sociali, ma occorre volerlo. Tutela dell’ambiente ed economia circolare sono già il presente. Riutilizzo delle risorse ed energie rinnovabili, riduzione delle disuguaglianze e pari opportunità per tutti sono esigenze necessarie ed ineludibili del sistema economico. Primo o poi questo sarà. Allora perchè non ora?
Per tanti, la rivoluzione post-Coronavirus ‘non s’ha da fare’. L’individualismo e la logica del profitto, per loro, saranno prioritari nel cammino dell’uomo ancora per molto tempo. Vedremo. Quello che è certo è che le sofferenze e le difficoltà vissute in queste settimane non saranno state inutili solo se l’uomo sarà capace di fare un passo avanti verso il bene comune ed una maggiore giustizia sociale.