La parlamentare olandese ha sottolineato che “l’autoritarismo” di Orban “si regge” sui finanziamenti di Bruxelles.

“Ci opporremo a un nuovo bilancio Ue 2021-2027 che non stabilisca vincoli rigidi sul rispetto dello stato di diritto”. A dirlo la la deputata al Parlamento europeo olandese Kati Piri, esponente dell’Alleanza progressista di socialisti e democratici, in riferimento alla situazione politica dell’Ungheria e ai suoi rapporti con l’Unione Europea.

La parlamentare è intervenuta nel corso di un dibattito con oltre 275 studenti da 39 Paesi europei, organizzato nell’ambito della seconda edizione della ID-Budapest European Agora (Bea). Nel corso dell’incontro, parte dell’inziativa presieduta dall’ex premier italiano Enrico Letta, Piri ha detto che l’Unione ha gli strumenti ma manca “della colonna vertebrale” per far rispettare dal governo di Orban regole più rigide per quanto riguarda il rispetto della libertà di espressione e di stampa.

La parlamentare europea ha sottolineato che “l’autoritarismo” di Budapest “si regge” sui finanziamenti di Bruxelles. “E’ difficile spiegare a un contribuente olandese – ha aggiunto Piri – perché mandiamo così tanti soldi a un dittatore, tra i primi beneficiari di fondi europei”.

Al dibattito è intervenuta anche la vicesindaco della capitale ungherese Budapest, Kata Tutto. La politica dell’opposizione ha detto che il governo di Orban, nei giorni in cui la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha definito “illegali” le norme restrittive introdotte dall’esecutivo sulle ong che aiutano i migranti, sta recapitando a casa dei giovani ungheresi il testo di una consultazione nazionale sulla risposta alla crisi del Covid-19.

All’interno del questionario, ha detto la vicesindaca, è anche contenuta questa domanda: “Il miliardario americano di origini ungheresi George Soros vuole facilitare l’invasione di oltre un milione di migranti nel nostro Paese: sei d’accordo che l’Ungheria faccia di tutto per proteggere le sue leggi e i suoi confini?” Secondo Tutto, questo tipo di iniziative forniscono un esempio del clima politico del Paese, dove da anni il governosta “lentamente cancellando ogni traccia di un sistema democratico basato sul principio del “check and balance”.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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