Nel maggio dello scorso anno, le elezioni presidenziali del Malawi avevano visto la conferma di Peter Mutharika, figlio dell’ex capo di stato Bingu wa Mutharika (2004-2012), alla guida del Paese africano. In carica dal 2014, l’esponente del Democratic Progressive Party (DPP) si era imposto con il 39% delle preferenze, superando i rivali Lazarus Chakwera (35%), del Malawi Congress Party (MCP), e Saulos Chilima (20%), esponente dello United Transformation Movement.

Tuttavia, nel febbraio di quest’anno, Chakwera e Chilima hanno presentato un ricorso presso la Corte Costituzionale, che, verificate le irregolarità nello svolgimento delle operazioni di voto, ha annullato l’esito delle elezioni dello scorso anno, convocando una nuova tornata elettorale, da tenersi entro cinque mesi. La Corte Costituzionale ha anche determinato che il presidente sarebbe dovuto essere eletto a maggioranza assoluta e non relativa, organizzando un eventuale secondo turno nel caso in cui nessuno dei candidati avesse superato il 50% dei consensi. La vittoria di Chakwera era anche stata contestata da ampie fette della popolazione, portando a manifestazioni di protesta e scontri nei principali centri abitati del Paese.

Il 24 febbraio, il parlamento ha proposto il 19 maggio come data per lo svolgimento delle nuove elezioni, approvando una legge per allungare il mandato dei deputati di un anno, al fine di rendere possibile lo svolgimento di nuove elezioni generali nel 2025. La Corte Costituzionale, infatti, ha annullato solamente il risultato delle presidenziali, mentre resta valido quello delle legislative, con il DPP che conserva la maggioranza relativa nell’emiciclo di Lilongwe (62 seggi su 193).

Alla fine, la data delle elezioni è stata posticipata al 23 giugno, anche a causa della pandemia da Covid-19, che in Malawi ha già colpito oltre mille persone, provocando tredici morti accertate.

L’esito delle nuove elezioni ha ribaltato quello dello scorso anno, anche grazie alla decisione di Saulos Chilima, nel frattempo diventato vicepresidente del Paese, di non ripresentarsi per la massima carica. Chilima, al contrario, ha deciso di concorrere al fianco di Lazarus Chakwera, mentre il presidente uscente Peter Mutharika si è presentato in compagnia di Atupele Muluzi.

Secondo i dati pubblicati dalla Malawi Electoral Commission (MEC), il sessantacinquenne Chakwera è stato eletto presidente con il 59.34% delle preferenze, pari a circa 2.6 milioni di voti. In seguito alla proclamazione dei risultati ufficiali, il 28 giugno, Chakwera ha prestato giuramento, insediandosi alla presidenza, mentre Chilima ha conservato la carica di vicepresidente, che aveva ottenuto nel mese di febbraio, in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale.

Il presidente uscente, il settantanovenne Mutharika, invece, ha ottenuto un risultato simile a quello dello scorso anno, con il 39.92% dei consensi, ma solamente 1.7 milioni di preferenze, 200.000 in meno rispetto alla tornata elettorale invalidata. Questo dato si spiega con l’affluenza alle urne, che dal 74.44% è scesa quest’anno al 64.81%, probabilmente anche a causa del coronavirus.

Alla corsa per la presidenza ha partecipato anche un terzo candidato, Peter Kuwani, del Mbakuwaku Movement for Development, che non è andato oltre lo 0.74%.

Questa è una vittoria per i malawiani, è una vittoria per la democrazia, una vittoria per la giustizia“, ha detto Chakwera, in seguito all’ufficializzazione della sua vittoria. “È una vittoria che permetterà a questa nazione di ricominciare da capo e di iniziare a costruire un nuovo tipo di Malawi in cui tutti noi saremo coinvolti insieme“.

Ci aspettavamo un’elezione senza irregolarità“, ha risposto il presidente uscente Mutharika. “Purtroppo, come hanno visto tutti i malawiani, queste elezioni sono le peggiori nella storia delle nostre elezioni in Malawi. Riteniamo che la maggior parte dei risultati inviati al MEC non siano un vero riflesso della volontà del popolo“. Tuttavia, Mutharika ha anche affermato che non chiederà una nuova ripetizione delle elezioni, come invece avevano proposto alcuni esponenti del suo partito.

La vittoria di Chakwera segna dunque il ritorno al potere del Malawi Congress Party, la formazione di destra che aveva guidato il Paese dall’indipendenza del 1966 fino al 1994, nei ventisette anni della dittatura di Hastings Banda. Nel 1994, si tennero in Malawi le prime elezioni multipartitiche, che segnarono la sconfitta di Banda e la vittoria di Bakili Muluzi. Da allora, il MCP, pur restando una forza politica di primo piano nel Paese, non era più riuscito ad ottenere il potere.

Ad ogni modo, il Malawi resta un Paese fortemente diviso, e l’ormai ex presidente Mutharika continua a godere di un importante sostegno, soprattutto nelle province meridionali, dove ha ottenuto la maggioranza dei voti. Il coinvolgimento delle aree che non lo hanno sostenuto rappresenterà la sfida principale per il neoeletto Chakwera.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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