Le elezioni legislative del 15 luglio in Macedonia del Nord non avevano riservato l’esito auspicato dai sostenitori dell’Unione Socialdemocratica di Macedonia (in macedone: Социјалдемократски сојуз на Македонија; traslitterato: Socijaldemokratski Sojuz na Makedonija; SDSM), il partito dell’ex primo ministro Zoran Zaev. Gli ultimi mesi del governo Zaev non erano infatti stati i migliori dal punto di vista politico, ed il premier aveva deciso di rassegnare le dimissioni lo scorso gennaio per chiedere nuove elezioni anticipate, mentre il ruolo di primo ministro era stato provvisoriamente attribuito ad Oliver Spasovski, ex ministro degli interni ed altro esponente dei socialdemocratici.

Alla fine, l’Unione Socialdemocratica ha subito un calo di ben otto seggi, ma è comunque riuscita a mantenere il primato tra le forze politiche del Paese, visto che anche il cartello che fa capo ai nazionalisti conservatori dell’Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone – Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone (Внатрешна македонска револуционерна организација – Демократска партија за македонско национално единство; Vnatrešna Makedonska Revolucionerna Organizacija – Demokratska Partija za Makedonsko Nacionalno Edinstvo; VMRO-DPMNE) è andato incontro ad una sorte simile, perdendo sette scranni.

Dopo lunghe contrattazioni, i socialdemocratici di Zaev hanno stipulato un accordo di governo con il terzo partito del Paese, l’Unione Democratica per l’Integrazione (in macedone: Демократска унија за интеграција; traslitterato: Demokratska Unija za Integracija; in albanese: Bashkimi Demokratik për Integrim – BDI), il partito di sinistra della minoranza albanese, passato da dieci a quindici scranni nell’emiciclo di Skopje. Nel complesso, i due partiti totalizzano sessantuno seggi sui centoventi che compongono il parlamento unicamerale macedone, raggiungendo così la maggioranza assoluta per un solo voto. A questi dovrebbe aggiungersi l’unico deputato eletto nelle fila del Partito dei Democratici Albanesi (in albanese: Partia Demokratike Shqiptare – PDSH; in macedone: Демократска партија на Албанците; traslitterato: Demokratska Partija na Albancite – DPA), che ha accettato di sostenere il nuovo esecutivo.

Zoran Zaev e Ali Ahmeti, leader dell’Unione Democratica per l’Integrazione, ne hanno dato l’annuncio ufficiale martedì 18 agosto, poco più di un mese dopo lo svolgimento delle elezioni. Zaev ricoprirà nuovamente l’incarico di primo ministro, che aveva ottenuto per la prima volta nel maggio del 2017. L’accordo è stato possibile in quanto Ahmeti ha accettato di rinunciare alla sua precedente richiesta di un governo guidato da un premier di etnia albanese, ma l’accordo prevede che prima della fine della legislatura Zaev ceda il proprio ruolo ad un albanese (presumibilmente allo stesso Ahmeti) per la durata di almeno cento giorni: si tratterebbe di un evento storico per la più grande minoranza etnica del Paese.

Vorrei congratularmi con Ahmeti per la saggezza mostrata durante i colloqui di coalizione, il tutto per assicurare un futuro migliore al Paese e ai suoi cittadini“, ha detto Zaev in una conferenza stampa dopo i colloqui con il suo partner di governo. Secondo le indiscrezioni, il partito di Ahmeti otterrà anche alcuni ministeri ritenuti strategici come quello degli Affari Esteri e quello degli Interni, sancendo l’accresciuto ruolo della popolazione albanese nella politica macedone. Una scelta logica, visto che le urne hanno premiato non solo BDI, ma anche l’altro partito della minoranza etnica, l’Alleanza per gli Albanesi (Aleanca për Shqiptarët, AS), passata addirittura da tre a dodici seggi. Inoltre, Talat Xhaferi, a sua volta esponente di BDI, manterrà l’incarico di presidente del parlamento.

Zaev e Ahmeti hanno specificato che il loro accordo manterrà la linea tracciata dal precedente governo in politica estera, con l’obiettivo di portare la Macedonia del Nord all’interno dell’Unione Europea. A tal fine, Zaev aveva raggiunto lo storico accordo con la Grecia per la ridenominazione del Paese in Macedonia del Nord, eliminando così l’ostracismo di Atene nei confronti di Skopje, considerato come il grande ostacolo per l’ingresso dell’ex repubblica jugoslava nell’UE. Ricordiamo che, sempre grazie al riavvicinamento con la Grecia, dal 27 marzo di quest’anno, la Macedonia del Nord è divenuta ufficialmente anche un membro della NATO.

Non aspettatevi che l’oligarchia interna difenda gli interessi nazionali. Sarà sempre dalla parte del profitto”, ha dichiarato Borislav Krmov, parlamentare del partito della sinistra socialista ed antimperialista Levica (Левица, letteralmente “sinistra”). “Tutti i partiti basati sul capitale borghese (e tali sono tutti in Macedonia tranne Levica) hanno ceduto agli interessi stranieri in momenti chiave. Ecco perché Levica si schiera nel modo più duro, non con l’oligarchia, ma con il popolo! Non c’è sovranità senza indipendenza economica”.

Come da protocollo, il presidente Stevo Pendarovski, anche lui socialdemocratico, ha incaricato Zaev di formare il nuovo governo entro il 2 settembre. Dopo la presentazione dell’esecutivo, il parlamento avrà due settimane di tempo per votare la fiducia.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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