Il dittatore Alfredo Sroessner, con il fazzoletto del Partito Colorado

Francesco Cecchini

Lo scrittore Arturo Roa Bastos in molti saggi e articoli chiamò Alfredo Sroessner El Tiranosaurio e raccontò le caratteristiche della sua dittatura.“Il tirannosauro cadde” fu la frase lapidaria con cui Roa Bastos disse addio ad Alfredo Stroessner, poche ore dopo il suo crollo. Bastava quella parola, un soprannome, per definire il dittatore, che governò il Paraguay per 35 anni.

Partido Colorado, chiamato ora anche Asociación Nacional Republicana (ANR) non è per niente d’ accordo con lo scrittore Arturo Roa Bastos e rivendica  Alfredo Sroessner come uno dei suoi grandi leader, assieme ad altri 16 personaggi.

 Nel documento dell’  ANR Stroessner viene raccontato come un militare di  successo, presidente onorario del Partido Colorado, carica alla quale mai rinunciò. Non si menziona che è stato dittatore del Paraguay per 35 anni. Ed è stata una dittatura spietata e sanguinaria.                                 Secondo le indagini della Commissione Verità e Giustizia, durante i 35 anni della dittatura stronista, 19.862 persone sono state detenute arbitrariamente, 18.227 sono state torturate, 236 ragazze e ragazzi sono stati privati ​​della libertà, 17 bambini sono nati in prigione, 20.814 sono diventati sono stati denunciati esuli politici, 459 sparizioni forzate e un totale di 128.076 vittime dirette e indirette. Inoltre, nel 2008, la Commissione Verità e Giustizia (CVJ), creata con la Legge 225/03 per indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura, ha presentato il suo rapporto finale. Contiene un capitolo sulla terra, dove descrive in dettaglio che quasi otto milioni di ettari sono stati assegnati illegalmente a persone legate al regime. I beneficiari con terre che dovrebbero essere destinate alla riforma agraria sono politici, militari, trafficanti di droga, sezionalisti e le attuali autorità nazionali. La contabilità del massacro non è precisa e sicuramente in difetto, tanto è vero che la Commissione per la Verità e la Giustizia del Paraguay fatica ancora oggi a fornire una stima delle vittime della dittatura.

I cosiddetti “Archives of Terror”, trovati nel 1992 vicino a Asunción, provano il coinvolgimento della dittatura di Alfredo Stroessner nel piano Condor. Due militanti uruguaiani, Gustavo Inzaurralde e Nelson Santana, furono catturati e imprigionati ad Asunción e interrogati dal colonnello uruguaiano Carlos Calcagno. Indagini provano che i due assieme agli argentini José Nell, Alejandro Logoluso e Marta Landi, furono nel 1977 trasportati a Buenos Aires dove sparirono nell’ESMA, Escuela de Mecánica de la Armada. L’  aereo che li trasportò era quello personale del criminale Emilio Massera, con lo stesso ammiraglio a bordo.

Alfredo Stroessner e gli altri colleghi del Piano Condor. Alla sua destra Emilio Massera.

Nel settembre 2019 resti umani sono stati trovati rinvenuti sotto il pavimento di un bagno della residenza presidenziale di Alfredo Stroessner.

Comunque se Alfredo Stroessner è morto a  Brasilia il 16 agosto 2006, all’  età di 93 anni,  non lo è lo stronismo che ancora domina in Paraguay. Basti pensare alla destituzione di Fernando Lugo il 22 giugno 2012 organizzzata dallo stronismo.

L’  attuale presidente del Paraguay, Mario Abdo Benítez, è figlio dell’ex segretario privato del dittatore, di cui porta lo stesso nome. In diverse occasioni  ha rivendicato e lodato Alfredo Stroessner. Nel 2006 Mario Abdo in una riunione del consiglio di amministrazione dell’ANR propose di rendere omaggio al dittatore. Chiese a tutti i presenti di alzarsi e di ricordare il leader con un minuto di silenzio. L’  attuale presidente è stato anche membro dell’  organizzazione “Pace e progresso”, il motto della dittatura militare.

Mario Abdo Benítez. Nello sfondo due immagini dell’  ex dittatore Alfredo Stroessner.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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