Il 7 dicembre si sono svolte le elezioni presidenziali in Ghana, con i risultati che sono stati annunciati in tempi alquanto rapidi rispetto a ciò che succede nella maggioranza dei Paesi africani. Eletto quattro anni fa, Nana Akufa-Addo ha vinto anche questa tornata elettorale con il 51.59% delle preferenze. Il leader della formazione liberale New Patriotic Party (NPP, Ahofama Foforo Kuw in lingua Twi) si è in questo modo garantito un secondo mandato presidenziale, superando la soglia del 50% ed evitando il secondo turno.

Il suo avversario era nuovamente John Dramani Mahama, presidente dal 2012 al 2017, sconfitto nelle elezioni del dicembre 2016 da Akufo-Addo. Mahama si è fermato al 47.36% delle preferenze, in rappresentanza del National Democratic Congress (NDC), la principale formazione di centro-sinistra del Paese.

Nessuna possibilità, invece, per gli altri dieci candidati, oscurati dalla polarizzazione dello scontro tra Akufo-Addo e Mahama. Tra questi, il migliore è stato Christian Kwabena Andrews, leader e fondatore del partito di sinistra Ghana Union Movement (GUM), che però non è andato oltre lo 0.80%.

Da segnalare l’elevata affluenza alle urne, con oltre tredici milioni di voti registrati su circa diciassette milioni di aventi diritto. Questo si spiega anche con l’impatto relativamente poco importante che il Covid-19 ha avuto in Ghana, dove sono stati registrati meno di 52.000 casi ed appena 326 morti, nonostante gli oltre 31 milioni di abitanti censiti; numeri ben distanti da quelli dei Paesi africani più colpiti, come il Sudafrica, dove sono morte oltre 22.000 persone.

In contemporanea con le elezioni presidenziali si sono svolte anche quelle legislative, con il NPP che ha ottenuto la maggioranza relativa per appena due seggi ai danni del NDC: il partito di governo avrà infatti 137 deputati contro i 135 dell’opposizione, mentre tutte le altre formazioni politiche sono rimaste escluse dall’emiciclo di Accra, composto da 275 scranni, fatto salvo per un deputato eletto come indipendente. Mancano tuttavia all’appello due seggi per la regione del Techiman meridionale, dove i risultati sono stati contestati e non ancora ufficializzati.

Le elezioni vengono celebrate come una vittoria per il Ghana. Questo perché il Paese, ancora una volta, ha tenuto con successo elezioni relativamente pacifiche senza l’incendio di case e la rottura di arti e crani che spesso caratterizzano le elezioni in Africa”, ha commentato il giornalista d’inchiesta ghanese Manasseh Azure Awuni sulle pagine della testata tedesca Deutsche Welle. “In quanto tale, il Ghana continua a occupare il posto d’onore come faro della democrazia in Africa. Ma questo riconoscimento è sempre più immeritato quando il Ghana è sottoposto alla cartina di tornasole del buon governo e dei veri principi della democrazia”.

Secondo Awuni, “il voto sta fallendo sempre più come strumento di responsabilità in un Paese in cui entrambe le parti del duopolio politico che presiede il destino del Ghana sembrano operare con lo stesso slogan: ‘Dite la vostra e lasciatemi fare a modo mio’”. In effetti, il sistema politico ghanese si sta dirigendo sempre più verso un bipartitismo di tipo statunitense, dove le due principali forze che si fronteggiano fingono di dissentire su tutto, ma in realtà condividono la stessa identica visione generale e non mettono mai in discussione lo stato di cose vigente: “Sono gemelli sorprendentemente identici che si differenziano solo per il nome”. Anche per quanto riguarda i nomi, non sembra esserci un grande ricambio generazionale, visto che Akufo-Addo e Mahama si sono scontrati per ben tre elezioni presidenziali consecutive.

Il nostro è un sistema che crea un’opportunità per alcuni di diventare milionari dall’oggi al domani mentre acqua potabile, aule e ospedali decenti, elettricità e reti stradali percorribili rimangono un lusso oltre l’immaginazione più sfrenata per alcuni ghanesi”, scrive ancora Manasseh Azure Awuni. “Nel suo primo mandato, Akufo-Addo aveva 123 ministri e viceministri a sua disposizione per gestire un Paese relativamente piccolo, che conta 30 milioni di abitanti. Questo non è solo il numero più alto di ministri di qualsiasi Paese al mondo, ma è quasi il doppio del numero di ventilatori (67) disponibili negli ospedali pubblici del Ghana quando la pandemia di coronavirus ha colpito. Quando il mese prossimo il presidente Akufo-Addo inizierà il suo secondo mandato, dovrebbe iniziare tagliando il numero dei ministri, ridurre la governance per ‘parenti e amici’ e andare oltre la retorica per combattere veramente la corruzione”, ha concluso.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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