Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky
Dopo la visita di Joe Biden è arrivata, sempre in treno da Varsavia, a Kiev Giorgia Meloni . Ha stretto in un forte abbraccio Volodymyr Zelensky, più affettuoso di quello di Biden e non ha dichiarato guerra alla Russia. Le dichiarazioni di appoggio alla guerra contro la Russia sono state, per lo più, timide e ha parlato più di ricostruzione che di altro. Ha dovuto tener conto che l’alleato di governo Berlusconi, leader di Forza Italia è amico di Vladimir Putin e nemico Volodymyr Zelensky, sul quale ha così dichiarato: “Se fossi stato il presidente del Consiglio non sarei mai andato a parlare con Zelensky perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore. Per arrivare alla pace penserei che il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall di 6-7-8-9mila miliardi di dollari a una condizione: ‘che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non ti daremo più dollari e non ti daremo più armi’. Soltanto una cosa del genere potrebbe convincere Zelensky ad arrivare ad un cessate il fuoco”. Anche Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha avuto simpatie per Vladimir Putin e, probabilmente, le ha ancora. Giorgia Meloni ha affermato di parlare a nome del popolo italiano, ma questi, il popolo italiano, nella sua maggioranza, la pensa più come Berlusconi che come lei.
SITUAZIONE ATTUALE.
Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson sono di lingua e cultura russe, la Crimea storicamente non è Ucraina. Se vi sarà un dialogo tra le parti, ora in guerra, e verrà riconosciuto quanto sopra vincerà la pace.