Sallusti a La7 si inerpica in una spericolato parallelo tra l’alluvione in Romagna e il disastro del Vajont, ma sbaglia tutto: numero delle vittime, anno, ricostruzione dei fatti.
Alluvione, Sallusti imbarazzante: cita il Vajont sbagliando tutto
Il direttore di Libero Alessandro Sallusti, durante una puntata di Otto e mezzo su La7, si inerpica in una spericolato parallelo e in una sbilenca ricostruzione del disastro del Vajont, sbagliando tutto: numero delle vittime, anno, ricostruzione dei fatti. il tutto per negare che l’alluvione in Romagna sia il frutto della crisi climatica. “Con il Vajont non c’era l’allarme climatico, quando la natura decide di fare quelle cose lì non è questione di allarme climatico, è questione che accade, è sempre accaduto e purtroppo accadrà sempre”.
Secondo Sallusti il disastro del Vajont risale a prima del 1960. E non nel 1963 come riportato da sempre nelle cronache (9 ottobre 1963) e a provocarlo fu un’alluvione e non la tracimazione dell’acqua contenuta nel bacino artificiale della diga, dovuta alla precipitazione di una grande massa di terreno e roccia del monte Toc nell’invaso della diga che la Sade (Società adriatica di elettricità) aveva costruito per farne un bacino artificiale destinato ad alimentare il progetto “Grande Vajont” per la produzione di energia elettrica. E dunque fu colpa del caso e della natura e non dell’azienda costruttrice che ignorò gli allarmi dei geologi.
Sempre secondo Sallusti nella tragedia del Vajont morirono quasi mille persone e non le 2018 vittime che la cronaca riporta da sessant’anni. E in ultimo il direttore di Libero ci dice il Vajont (Pordenone) si trova “poco lontano da lì” (zona romagnola alluvionata).
Geniale la conclusione di Sallusti: “Il problema in Emilia è che forse dovevano mettere un po’ più di cemento. Quando la natura decide, accade ed è sempre accaduto”.
(Fonte F.Q.)