Ovviamente nessuno credeva realmente che dal vertice di Vilnius sarebbe uscito l’invito all’Ucraina a entrare nella NATO, magari subito e senza condizioni. Men che mai lo credeva Zelensky, il cui tweet passivo-aggressivo di stamattina (“L’Ucraina merita rispetto”, “è assurdo che non ci sia una data né per l’invito né per l’ingresso dell’Ucraina”, “mi sembra che non siano pronti né a invitare l’Ucraina nella NATO né a farne un membro dell’Alleanza”, eccetera) era chiaramente rivolto al mercato interno, per così dire. E così oggi a Vilnius alla fine ci è andato, dopo avere deciso solo all’ultimo, ma non ha pronunciato nessun discorso all’assemblea e ha parlato brevemente in piazza, dove sono state dette le solite cose. Del resto questo vertice doveva tenersi in un clima molto diverso: doveva essere la celebrazione dei successi della controffensiva ucraina e delle armi occidentali che li avevano resi possibili, ma come sappiamo non si è verificato nulla di tutto questo e ora ci si ritrova a una festa di nozze con la sposa che però non si trova, e si è costretti a spacciare per notizia “storica” l’ingresso della Svezia che, prima o poi, sarebbe comunque avvenuto – e che in realtà non è ancora effettivo, perché dovrà ratificarlo il Parlamento turco “in autunno”. Sai quante cose succedono di qui all’autunno, soprattutto se Erdoğan si sveglia storto e pensa che lo vogliono fregare di nuovo sugli F-16.
Sulla questione ucraina, comunque, Stoltenberg ha parlato già prima dell’apertura ufficiale, delineando il suo piano in tre punti: un “pacchetto di aiuti poliennale” per giungere alla completa interoperabilità tra le FFAA ucraine e la NATO, perché l’Ucraina va aiutata “for as long as it takes”, fin quando cioè sarà necessario nella nuova “forever war” che stiamo apparecchiando; l’istituzione di un Consiglio NATO-Ucraina, un consiglio “di eguali”, ci mancherebbe; e l’abbandono del MAP (Membership Action Plan), cioè tutte le tappe intermedie del percorso di avvicinamento di un paese candidato, che saranno saltate. Quando sarà il momento, l’Ucraina entrerà subito. In politica, “subito” significa “un qualsiasi lasso di tempo, anche mai”: perché più avanti è stato specificato che entrerà sì subito, ma dopo che tutti i paesi membri ne avranno approvato l’ingresso, quando “le condizioni saranno rispettate”, e ovviamente a conflitto concluso e vittoria conseguita. Cioè, appunto, mai.
E siccome il conflitto sta andando benissimo, come a tutti è evidente, e possiamo considerare chiusa con successo la questione ucraina, è arrivato finalmente il momento di occuparci della Cina che, sempre nelle parole di Stoltemberg, “minaccia l’ordine mondiale internazionale basato sulle regole”, nel senso che fa un po’ quello che le pare, cosa che evidentemente non sta bene, non condanna l’invasione russa e fa accordi con l’Iran. Quindi, per garantire ovviamente la nostra sicurezza e stabilità, alla riunione di domani parteciperanno anche i leader di Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud. L’Alleanza Atlantica si fonde con l’AUKUS e ci trascina non solo in guerra contro la Russia ma anche contro la Cina. Del resto cosa mai può andare storto. Noi vinciamo sempre e tutti fanno quello che gli diciamo di fare.

Francesco dall’Aglio

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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