Marquez

La frase l’avete ormai sentita tutti: “Abbiamo affermato che l’Ucraina diventerà un membro della Nato e abbiamo accettato di rimuovere i requisiti per un Piano d’azione per l’adesione. Ciò cambierà il percorso di adesione dell’Ucraina da un processo in due fasi a un processo in un’unica fase. Abbiamo anche chiarito che inviteremo l’Ucraina ad aderire alla Nato quando gli alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno soddisfatte”. Lo ha detto il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa al termine della prima giornata di lavori del vertice di Vilnius. Una delle supercazzole meglio riuscite degli ultimi anni.

Oggi il Segretario incontrerà la premier Giorgia Meloni, nel Quartier generale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles ed è lecito aspettarsi qualche altra dichiarazione d’intenti infarcita di retorica.

D’altronde fino ad oggi la dichiarazione più veritiera rilasciata da Stoltenberg risale alla scorsa estate, quando aveva dichiarato: “Prepariamoci ad un inverno duro. L’Europa pagherà un prezzo per il sostegno a Kiev”. Ovviamente dicendo “prepariamoci” in realtà stava dicendo “preparatevi“, perché a pagare per una guerra non dichiarata, avversata dalla maggioranza degli europei, come ogni sondaggio a qualsiasi latitudine ha messo in evidenza, sono stati i cittadini comuni, non certo lui, Meloni o Macron.

Stoltenberg, nomen omen

Sarà un caso ma da uno con quel nome, cosa ci si poteva aspettare? Forse una serie di misure di profilassi durante la crisi ucraina, dal 2014 e soprattutto durante gli otto anni di guerra civile nel Donbass, affinché la situazione non precipitasse?

Signora mia, ma cosa dice!

Oppure dei progetti di riconoscimento delle minoranze russofone in Ucraina (ma maggioranza in Crimea e all’est del paese) in modo da avviare un percorso di ricomposizione nelle regioni interessate? Delle politiche di distensione (ma anche di contenimento, nella prospettiva USA) verso la Russia, cosicché la dirigenza russa non impiegasse argomenti nazionalisti per giustificare politiche di rivalsa?

Signora mia, ma insiste!?

O perché no, una strategia basata su un approccio diplomatico per sterilizzare i fattori di potenziale conflitto? Una presa di posizione assennata, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, per poter giungere quanto meno e il prima possibile a un cessate il fuoco?

Signora mia, suvvia!

Niente di tutto questo. Nessuna strategia raffinata, ma forse anche nessuna strategia in assoluto. Approccio muscolare e cretinismo fatto poltrona. Che infatti (la poltrona da segretario) gli è stata prorogata di un altro anno. Avanti così

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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