La posizione involontariamente comica di Elkann, un benestante impettito che ha perso il senso della realtà, è esattamente rappresentativa di come l’intero Occidente appare agli occhi del resto del mondo.

Il paradigma Elkann

Di Andrea Zhok*

Credo sia giusto spendere una parola se non di solidarietà di comprensione umana verso Alain Elkann. Si tratta semplicemente di un signore che, avendo vissuto in una condizione di privilegio perdurante e inscalfibile, ha perduto il senso della realtà, il senso di ciò che avviene quotidianamente nel mondo, di cosa il mondo realmente sia o sia diventato.

Solo questa inconsapevolezza spiega i toni di stupefatta indignazione di fronte ad un fenomeno che un ordinario frequentatore di treni regionali percepisce come quotidianità.

Naturalmente questo isolamento e questa perdita del senso di realtà coinvolge anche la sua auto-percezione di cosa sia “elevatezza culturale”, che ricade inconsapevolmente in cliché stantii.

E così Elkann fa ridere un po’ tutti e per una volta mette d’accordo tutto il paese dai populisti a Open, da Repubblica alla Verità.

Solo che dovremmo fare tanta attenzione a ridere, perché la posizione involontariamente comica di un benestante impettito che ha perso il senso della realtà è esattamente rappresentativa di come l’intero Occidente appare agli occhi del resto del mondo.

Perché vedete è esattamente quella tipologia di umanità astratta che pensa di bombardare l’Irak per portarvi la democrazia e di bombardare l’Afghanistan per portarvi i diritti civili che le nostre classi dirigenti (come Elkann) mettono in scena ovunque nel mondo.

E lo fanno a nome nostro. Lo fanno pensando sempre di avere tra sé e il resto del mondo un filtro che impedisce il contatto tra il “giardino” e la “giungla” (come Elkann pensava fosse il biglietto di prima classe). E il resto del mondo ride – tranne quando si trova sotto le bombe.

Sarebbe un grosso malinteso tifare “lanzichenecchi” per antipatia verso Elkann, perché i primi sono solo la modalità sguaiata della stessa forma di vita di cui Elkann rappresenta la versione impettita. Entrambi vivono in una bolla privilegiata, ed entrambi ne sono inconsapevoli, ma, forse incolpevolmente, il risveglio più brusco probabilmente toccherà ai primi.

* Ripreso da Andrea Zhokfilosofo e accademico italiano, professore di Antropologia filosofica e Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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